Allarme rosso per il credito dei liberi professionisti.
Dalle categorie tecniche, alle sanitarie, a quelle giuridiche ed economiche, infatti, la crisi di liquidità e l’impossibilità di accedere a prestiti bancari non risparmia nessuno. Sia nel pubblico sia nel privato. Da un lato ci sono le professioni tecniche che lavorano con i comuni, gli avvocati in gratuito patrocinio, le categorie sanitarie che esercitano con le Usl.
Dall’altro il calo dei consumi che ha colpito anche le prestazioni professionali che lavorano in privato, dai veterinari, agli psicologi, ai geometri. Una situazione che ha favorito le adesioni ad uno strumento ancora giovane per il comparto: i Confidi, possibili da giugno 2011. In questo modo il professionista non si interfaccia direttamente con la banca, ma può accedere a prestiti su misura e a tassi di interesse contenuti attraverso convenzioni doc stipulate dal consorzio con l’istituto di credito.
La testimonianza arriva da Fidiprof, che oggi, a un anno dalla sua nascita, conta oltre mille iscritti e ha deliberato, e quindi facilitato, l’erogazione di oltre 200 mila euro. «Si tratta di uno strumento nuovo», spiega Gaetano Stella, presidente di Confprofessioni, che ha dato vita, tra febbraio e aprile 2012, a Fidiprof Nord, con sede a Milano, e a Fidiprof Centro Sud, con sede a Napoli, «i professionisti devono ancora metabolizzarlo. Prima infatti si andava da confidi di altri soggetti che non avevano linee di credito programmate. Noi stiamo cercando invece di personalizzare le linee di credito e, tramite le convenzioni con le banche, di interpretare i bisogni reali del professionista».
Fidiprof dà priorità a investimenti mirati sulla crescita professionale, sull’innovazione, sulla formazione e sugli investimenti in beni strumentali utili per restare competitivi sul mercato, favorendo le strutture aggregate. «Il professionista può scegliere prodotti mirati, come i chirografari della durata da 24 a 60 mesi», continua Stella, «i tassi di interesse sono vantaggiosi, le spese ridotte al minimo perché utilizziamo piattaforme informatiche. Per avviare una pratica fino a 30 mila euro le procedure sono molto snelle, dai 50 mila euro invece la pratica deve passare dal consiglio di amministrazione».
Per accedere a Fidiprof il professionista deve versare 250 euro, diventando socio, e può iscriversi anche chi non ha bisogno di credito. «Stiamo siglando una serie di accordi con le professioni», spiega ancora il presidente di Confprofessioni, «come quello fatto con la Cassa di previdenza dei veterinari, che ha aderito ai confidi versando una quota al Nord e una al Sud. Stiamo definendo altre intese con le casse e con i consigli nazionali, dando vita a fondi dedicati alla specifica categoria, oppure privilegiando il territorio, e cioè la regione di appartenenza del professionista».
Le erogazioni di Fidiprof sono appena partite, e al momento gli affidamenti sono stati di 200 mila euro. «Hanno utilizzato lo strumento dottori commercialisti e veterinari», conclude Stella, «la fase più difficile è quella della partenza perché bisogna costruire una rete per avviare lo strumento».
Articolo ripreso da italiaoggi.it, autore: Gabriele Ventura