La crisi economica incomincia a danneggiare i paesi emergenti

La crisi debitoria europea potrebbe avere effetti a cascata anche sui Paesi emergenti. Ad affermarlo è un rapporto dell’Institute of International Finance, che verrà presentato oggi.

Replicando sostanzialmente il modello adottato dalle banche centrali, tale organizzazione ha interpellato i dirigenti di 63 istituti di credito dei Paesi emergenti. Fondamentalmente è stato confermato il ruolo di traino per l’economia globale che è stato assunto da Asia, Europa dell’est e America Latina, soprattutto a partire dalla crisi economica del 2008. Lo dimostra il fatto che, su scala nazionale, in tali Paesi la domanda di credito resti solida: la metà delle banche segnala un aumento delle richieste di prestiti da parte delle imprese, mentre solo il 14% riporta un calo.

Ma le fonti di finanziamento per le banche stesse derivano dai mercati internazionali. E l’impatto della crisi europea, in tale ambito, è stato pesantissimo. Circa il 69% degli istituti dichiara di aver avuto più difficoltà ad attingere al mercato interbancario nel terzo trimestre di quest’anno.

Le condizioni sono migliorate solo per un 2% degli intervistati. Tali dati dimostrano che, «se non verrà gestita in modo adeguato, la crisi della zona euro si potrà trasformare in un vero crollo economico globale, al pari di quanto è successo nel caso di Lehman Brothers», ha dichiarato Philip Suttle, capo economista dell’IIF.

Per questo motivo, le banche sono costrette a rivedere le condizioni per la concessione dei prestiti a privati e imprese. Di fatto, quindi, la domanda resta stabile (o aumenta): ma l’offerta si restringe. Un terzo delle banche ha segnalato un aumento dei prestiti a privati (a esclusione dei mutui), mentre circa il 20% ha segnalato un calo. Si sta comunque affermando, in linea generale, una maggiore prudenza. Soprattutto quando entra in gioco l’immobiliare, e soprattutto quando si intravede il rischio di bolle speculative.

Un altro segnale critico è dato dall’aumento dei prestiti “non performanti” negli Stati dell’Europa dell’est: una tendenza che, secondo l’IIF, nel quarto trimestre si potrà replicare anche in Asia e America Latina.

Testo ripreso da valori.it