La distruzione delle piccole imprese edili in Italia

Riprendiamo un articolo pubblicato da un quotidiano locale in Emilia Romagna che riesce, nella sua drammaticita’, a  mostrre tutto il peggio della attuale situazione economica e finanziaria delle piccole imprese del settore costruzioni. Merita di essere letto:

Prende i soldi del compromesso, poi chiude. Fallite altre 5 imprese edili

Non pare dare tregua l’emorragia di imprese edili nel parmense. Il Tribunale fallimentare prosegue a ritmo intenso alla chiusura d’imperio di numerose società di costruzioni o comunque legate alle costruzioni che rimaste senza lavoro non sanno più come tener testa ai debiti. Negli ultimi giorni sono fallite altre cinque imprese edili.

La Petrarca Costruzioni srl è fallita dopo aver riscosso i soldi di due contratti preliminari di vendita di appartamenti che poi non ha costruito. L’acquirente ha versato all’impresa ben 90mila euro ed è rimasto con un pugno di mosche, anzi, con i soli contratti, due lettere morte, visto che dopo l’incasso la Petrarca è stata messa in liquidazione. Per provare a a recuperare il suo denaro, immaginiamo necessario per comprare casa da un’altra ditta, l’acquirente ha chiesto e ottenuto il fallimento. La società risulta gravata anche di un debito di 69mila euro verso il fisco.

La B.L. Costruzioni srl era un’altra impresa edile di Parma. Il suo fallimento è legato alla contestazione di un piccolo debito, di 11mila euro, verso un’altra società del parmense. La somma è inferiore al limite di legge fallimentare, ma il giudice Pietro Rogato ha scoperto che la B.L. deve anche88mila euro a Equitalia. Da qui la sentenza che mette fine alla sua esistenza.

Caso del tutto analogo anche quello della Lazzari Costruzioni srl di Pianadetto Monchio delle Corti. I creditori sono questa volta un ex dipendente che reclama 7.400 euro e un creditore cui spettano 4.800 euro, assegnati al termine di un contenzioso davanti al Giudice di Pace. Poca roba, ma se si somma anche il debito verso Equitalia Centro di 20mila euro, ecco superata la soglia minima per il fallimento di 30mila euro.

Fallita anche la Elle Emme srl, sempre di Parma, sempre impresa edile. A portarla in Tribunale è stato un fornitore che aveva cercato di recuperare 33mila euro con decreto ingiuntivo, inutile visto che la società ha beni pignorabili per una simile somma.

La Isoltecnica srl di Parma si occupava di carpenteria metallica per l’edilizia, finché non è stata sciolta dopo che il bilancio in perdita ha portato all’azzeramento del capitale. Ma rimanevano i debiti. Un fornitore che vanta crediti per 274mila euro ha cercato di recuperare il proprio con un decreto ingiuntivo e un pignoramento, ma senza riuscire a portare a casa nulla. La società ha avuto anche diversi assegni protestati e risulta dovere al fisco – tramite Equitalia, 111mila euro. Da questa somma di cose, il Tribunale ha deciso per il fallimento.

La Toscani Dino srl di Ghiara di Fontanellato, infine, ha invece evitato il fallimento presentando istanza per un concordato preventivo con riserva, dopo che un creditore – un’altra società di Fontanellato – si era rivolto al Tribunale. La Toscani è attiva soprattutto nella Bassa, sia nella realizzazione di edifici privati di tipo abitativo, con nuove urbanizzazioni, sia nel settore pubblico dove ha costruito opere nuove e gestito la manutenzione di altre già fatte. La sua proposta di concordato dovrà essere consegnata al Tribunale entro il prossimo 2 dicembre, per essere poi sottoposta al voto dei creditori.

Storie di società senza speranza, di imprenditori che anche in punto di morte (societaria) trovano il modo di fregare qualcun’altro, di fornitori non pagati che esasperati perdono le speranze di incassare e si vendicano facendo istanze di fallimento per poche migliaia di euro. Storie di debiti con Agenzia Entrate e Equitalia, perché quando la cassa piange si ricorre inevitabilmente al finanziamento occulto dello Stato non pagando tasse, contributi e oneri sociali. Tracce sempre più evidenti nei bilanci di molte imprese alla voce passività.

Non solo a Parma…

Non si tratta di casi isolati, le notizie di Parma potrebbero essere pubblicate in qualsiasi altra città. Questo sistema si sta sgretolando e finisce nei tribunali fallimentari come ha bene documentato Cerved nel suo ultimo osservatorio.

E si è scatenata una guerra tra poveri, debitori e creditori senza liquidità, furbi e onesti gabbati, con le banche nel mezzo a prendere colpi da entrambi e talvolta a peggiorare il tracollo finanziario nel tentativo di salvare le penne. Non risulta all’appello alcun meccanismo per frenare la mattanza.

 

Articolo di F. Bolognini – ripreso da linkerblog.biz