Se è stato dedicato un film a Jordan Belfort, il broker newyorchese interpretato da Leonardo Di Caprio in “The Wolf of Wall Street”, questa storia non è da meno. Il protagonista è Tom Hayes, giovanissimo ex trader e mente di uno degli scandali finanziari più grossi degli ultimi anni.
Puliva i bagni per pagarsi gli studi. Ma era un genio
Se la sua vita non fosse finita nelle truffe, sarebbe stata una straordinaria parabola di successo. Quella di un giovane problematico. Figlio di genitori divorziati, soffre di una forma di autismo, la sindrome di Asperger. E’ stato anche vittima del bullismo dei compagni di classe e poi dei colleghi che gli affibbiano l’etichetta di “Rain Man”, come il protagonista del celebre film, Raymond, affetto dalla sua stessa malattia.
Invece forse il profilo del personaggio che più gli si addice è quello del protagonista di “A Beautiful Mind”, il film ispirato al genio della matematica Joh Nash. Mentre tutti i suoi compagni di studi della University of Nottingham, trascorrono le vacanze, lui lavora per mantenersi, pulendo bagni e cucine per 2,70 sterline all’ora. La passione per i numeri e la matematica è un’ossessione.
Da galoppino dei trader a 70 milioni all’anno
Dopo la laurea corona il sogno di un tirocinio presso la Royal Bank of Scotland. Lì si fa le ossa, prepara tè e caffè, stira la biancheria dei trader solo per potere in cambio fare domande sui segreti del trading e imparare. È lì che apprende che il successo, in fondo, è facile, basta solo fare soldi e tutto il resto sarebbe arrivato con il riconoscimento sociale che cerca da sempre. Inizia a studiare, a divorare libri su libri. E diventa bravo, i trader più esperti intuiscono il suo talento e testano le sue capacità. Tom ha soli 21 anni all’epoca e diventa uno dei maggiori esperti negli swap (una particolare forma contratti a termine). In quel campo non ha rivali. Mentre tutti gli altri trader giocano in difesa e limitano rischi e perdite, lui va all’attacco. Il rischio è un’altra sua ossessione. Dopo la Royal Bank of Scotland è il turno della Royal Bank of Canada, che gli offre un nuovo ruolo e più responsabilità. Poi arriva l’offerta di Citibank che fa a cazzotti con Goldman Sachs per portare in squadra un talento capace di raggiungere 70 milioni all’anno.
Quando capisce come hackerare il Libor
«Sognavo il Libor. Era il mio pane, la sola cosa che contava. Ne ero ossessionato» ha dichiarato. Per chi non lo sapesse il Libor (London interbank offered rate) è un tasso di interesse fissato per 10 valute (dall’euro, allo yen, al dollaro statunitense, al franco svizzero). A cosa serve? A offrire il tasso di riferimento con cui le banche decidono di prestarsi soldi. La scelta avviene in modo un po’ arcaico, con un sondaggio mattutino condotto tra le principali banche. Il Libor è incredibilmente importante: è il riferimento utilizzato come base per numerosi prodotti finanziari, dai conti correnti ai mutui passando per il credito al consumo e i bond. Una minima variazione significa una perdita o un guadagno di centinaia di migliaia di dollari. Hayes capisce che può facilmente manipolarlo. Grazie alle sue esperienze di lavoro e al carattere mite, è riuscito a farsi un bel po’ di amici tra le banche rivali e riesce a creare un sistema truffaldino. Gli basta alzare la cornetta e chiedere al broker di fare pressione sulla persona di turno che dovrà stabilire quanto equivale il Libor per la sua banca (la sua “rete” include trader di RBS, JPMorgan Chase, HSBC di Londra). In cambio tanti soldi.
La condanna
Tom sa bene che le banche da sempre hanno adattato il Libor alle loro esigenze, ma nessuno ha mai provato a modificarlo in modo così sfacciato. Nel poker ci sono due tipi di giocatori, quelli che aspettano la mano migliore e quelli che non possono resistere e rischiano a ogni turno. Lui appartiene alla seconda categoria. Si spinge oltre, sprezzante delle regole. Viene braccato e arrestato nel 2012, condannato per aver manipolato il Libor, lo stesso crimine commesso sia negli Stati Uniti che nel Regno Unito. La sentenza è durissima: 14 anni di reclusione, poi ridotti a 11, e l’obbligo di restituire 878mila sterline (circa 1 milione di euro) alle banche e ai consumatori truffati.
Secondo alcuni Hayes si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Il giudice ha voluto punirne uno per educarne cento, per “dare un segnale a tutti i trader che agiscono senza rispetto della legge”. Tom ritratta, dice che i capi sapevano, che li aveva informati su tutto. Tutti gli altri accusati sono “non colpevoli” secondo la giustizia. Alla fine paga solo lui.
Articolo di G_Donadio – fonte: startupitalia.eu