La politica italiana e lo spread con il Bund tedesco

Dovremmo essere contenti? Mah, non so. Almeno si va a votare. In un modo o in altro continuerà a governare, se non lui direttamente la sua logica da iper-banchieri. Sono fondamentalmente solo curioso di vedere come si giostreranno la prossima salita dello spread.

Non quella possibile di lunedì prossimo ma quella strutturale che ritornera a colpire, secondo me, un po’ tutti i paesi del sud Europa, magari a primavera. Se, come probabile, vinceranno i Pidini, sarà da ridere sentire come lo giustificheranno visto che “grazie a Monti” abbiamo risistemato tutto. Se vince Banana invece sarà ovvio: colpa del Banana.

Beh, lo sapete bene come mi sta simpatico il vecchio mummia (Mr.B) ma purtroppo per i pidini ciecamente fedeli alla linea non si può proprio dire che la salita dello spread sia stata colpa sua. Se no come si spiega che anche lo spread di Spagna e Portogallo sono prima impazziti e calati ultimamente? Merito di Monti e dell’austerity?

No, regaz, se c’è qualcuno cha ha contato è solo l’altro Mario, quello nel superstudio all’ultimo piano di un grattacielo di Francoforte. Comunque Mr Pubblicità ha colpito ancora: ha aspettato la scadenza dell’IMU per farsi “vendicatore” degli italiani tartassati (ma non era stato lui che comunque l’aveva già prevista per il 2014?)… la tragicommeda continua.

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Il Quirinale ha emesso un comunicato in cui Mario Monti, dopo avere avuto un colloquio con Napolitano in merito alle “consultazioni” di oggi, annuncia le sue dimissioni irrevocabili, le quali comunque non arriveranno prima dell’approvazione della legge di stabilità e di bilancio. Monti attende per una questione di responsabilità istituzionale – dice – cioè per evitare l’esercizio provvisorio che si verifica per una durata massima di quattro mesi qualora il Parlamento non riesca ad approvare la finanziaria (il vecchio nome della legge di stabilità) in tempo.

Il Partito Democratico ha già prospettato un’apertura dei mercati catastrofica, lunedì. La colpa sarebbe del ritorno di Berlusconi sulla scena, che sarebbe dunque per lo spread quello che l’inverno è per il raffreddore. La solfa è chiara: “se volete che i mercati non saltino sui carri armati della troika e non prendano Palazzo Chigi, dovete votare Pd”. Interessante, per un Partito che si definisce “democratico”, avere un’idea della democrazia tale per cui l’elettore vota con un fucile puntato alla tempia, avendo di fatto una sola casellina possibile dove tracciare una X.

Sta di fatto che la battaglia elettorale del PdL era incentrata proprio sull’anticipo delle elezioni, da fare non ad aprile ma tra gennaio e febbraio, ufficialmente per non spendere i cento milioni extra del doppio voto regionale e nazionale, ma ufficiosamente per non andare alle politiche con una probabile disfatta alle amministrative.

Le dimissioni anticipate e irrevocabili di Monti, tuttavia, in realtà sembrano fatte apposta per trovare l’unico modo di accontentare Berlusconi: attendere l’approvazione della legge di stabilità significa, nei fatti, andare a votare proprio quando voleva Berlusconi. E infatti, proprio mentre scrivo, arriva la nota ufficiale, con data possibile “17 febbraio”. Inoltre, si voterà con il Porcellum. Esattamente come voleva Berlusconi.

E’ l’ultimo regalo di Monti al Paese? Staremo a vedere… Sicuramente, le dimissioni, così, improvvise, sono un regalo a se stesso: ora potrà dimostrare che “dopo di lui, lo spread!”.

Oltretutto Monti se ne va esattamente come era venuto: con un colpetto autonomo e indipendente concordato nelle stanze segrete di Re Giorgio: senza nessun mandato popolare era venuto, e senza nessuna sfiducia se ne va. Ormai fanno tutto da soli.

 

Articolo ripreso dal blog ArgentoFisico e Byoblu.com