La Spagna non vuole costituire una bad bank per i titoli tossici delle banche spagnole

Esistono «soluzioni intermedie» per affrontare il problema degli asset tossici in possesso delle banche spagnole. E quella che passa attraverso la creazione di una bad bank «comporterebbe un aggravio di costi per la collettività, e dunque per i contribuenti».

Un’eventualità che, per tali ragioni, «occorre fare in modo di evitare». A spiegarlo è stato ieri Cristobal Montoro, responsabile economico del partito popolare spagnolo, uscito vincitore dalle ultime elezioni.

«Possiamo seguire l’esempio di alcuni Stati che hanno preferito altre soluzioni rispetto alle bad bank», ha sottolineato. Se l’orientamento del governo sarà identico a quello del partito di maggioranza, allora occorrerà immaginare ipotesi diverse.

Il partito popolare, che prenderà le redini del governo a partire dalla prossima settimana, ha parlato di «ripuliture e ristrutturazioni» nel settore finanziario locale, ed in particolare in quello bancario.

L’obiettivo è far sì che il comparto torni a costituire un supporto per l’economia reale, attraverso in particolare la concessione di prestiti a cittadini ed imprese. Ma, al di là delle affermazioni di principio, ancora non sono state specificate le operazioni che il nuovo esecutivo intende effettuare.

Il problema, in ogni caso, è incalzante: la banca centrale sta già premendo affinché lo si affronti in breve, dal momento che gli asset tossici o “problematici” individuati nei bilanci delle banche spagnole sono pari ad un valore di 176 miliardi di euro.

 

Articolo ripreso da gazzettadelsud.it