La Spagna risolve il problema del credito immobiliare

Sono tutti occupati a commentare e dare spazio alla vittoria di Bersani su Renzi: televisioni, giornali e commentatori di talk show nazionali si azzuffano tra di loro per analizzare il nuovo quadro e i nuovi equilibri della scena politica nazionale.
Purtroppo non trovano adeguata visibilità e attenzione vicende che stanno caratterizzando l’economia spagnola almeno sul fronte bancario. Madrid riceverà la prossima settimana dall’Eurogruppo quasi cinquanta miliardi (48,5 per la cronaca) per la ricapitalizzazione delle banche spagnole che hanno vsito approvato il rispettivo piano di ristrutturazione e ricapitalizzazione, parliamo di Bankia, Novagalicia, CatalunyaCaixa e Banco de Valencia.
L’uomo della strada ha una cognizione molto grossolana di quanto sta accadendo in Spagna, conosce per sentito dire che la penisola iberica sta pagando le conseguenze di una crescita negli anni precedenti improntata esclusivamente al traino del settore immobiliare (booming market). Il caso hispanico meriterebbe di essere studiato presso le università italiane ed analizzato con approfondimento da chi si occupa e si è occupato di erogare credito immobiliare negli anni precedenti.
Vi sono sul piano qualitativo molte similitudini con il mercato immobiliare e bancario del nostro paese, solo sul piano quantitavivo per adesso ci differenziamo. La Spagna ha scelto di risolvere e tentare di risanare il proprio sistema bancario ricorrendo alla formula della Bad Bank o per dirla in castigliano del Banco Malo. Sotanzialmente hanno quasi clonato quanto hanno realizzato durante il 2008 gli USA con la TARP (Troubled Asset Relief Program) ovvero il programma di sostegno governativo che consentiva al Dipartimento del Tesoro di assicurare o acquistare “troubled assets” ovvero mutui, obbligazioni o collaterali finanziari che erano diventati in poco tempo illiquidi o peggio si erano svalutati anche del 40%.
In Spagna il Banco Malo istituito recentemente con un regio decreto si chiama SAREB in cui l’acronimo rappresenta la seguente dicitura “Sociedad de Gestion de Activos Procedentes de la Reestructuración Bancaria”. La ratio che supporta la creazione del Banco Malo mira principalmente a stabilizzare il mercato immobiliare arrestando la caduta dei prezzi e secondariamente a dare supporto alle banche spagnole sostenendole su tre fronti: capitale, liquidità e reddittività.
Il panorama bancario spagnolo deve infatti far fronte a oltre 180 miliardi di crediti deteriorati, in buona sostanza rappresentano prestiti, soprattutto ipotecari, di cui difficilmente si potrà ottenere la restituzione. Queste cifre impattano profondamente sul mercato spagnolo e la credibilità delle banche spagnole: ricordiamo che molte di loro sono state giudicate ormai come junk da Moodys e mediamente il rapporto prestiti su depositi supera il 110% (molto vicino alla media italiana).
Su questo frangente pertanto dovrebbe muoversi il Banco Malo ovvero acquistare le “viviendas” ovvero gli immobili problematici in portafoglio delle banche spagnole con l’idea di rivenderli a distanza di anni dopo aver assistito all’assestamento ed alla ripresa del mercato immobiliare (in castigliano “se encargue de la gestion de aquellos activos problematicos que deban serle transferidos por las entidades de credito”). Il Banco Malo nasce con una dotazione complessiva di 90 miliardi ed una speranza di vita di 15 anni: il governo spagnolo sta orchestrando a riguardo una grande operazione di speculazione immobiliare per farla in breve.
L’idea è quella di sgravare la banche spagnole da ulteriori potenziali contrazioni di capitalizzazione a fronte di perdite su crediti, trasferire questi assets nel portafoglio di una special purpose vehicle (il Banco Malo appunto) e, con calma, nei trimestri che verranno,  vendere le quote di proprietà di questa Bad Bank ad investitori istituzionali esteri interessati alle potenzialità di questo investimento.
Il profilo di rischio infatti presuppone al pari di quanto fece la TARP negli USA di acquistare sostanzialmente tempo: il tempo necessario a consentire un graduale e lento processo di assestamento del mercato immobiliare con una stabilizzazione della domanda immobiliare ed un miglioramento del quadro socioeconomico spagnolo, in modo tale da poter dismettere sul mercato tali immobili e beneficiare di plusvalenze da cessione ed alienazione di beni. Il Banco Malo ha una vita istituzionale di 15 anni: chi confida nella riuscita dell’operazione presume in un orizzonte di almeno sette anni di poter realizzare significative performance. Non mi stupirei se tra qualche anno una soluzione similare venisse implementata anche per il mercato italiano, in cui gli investimenti immobiliari seguiranno con il tempo la view spagnola.
Articolo ripreso dal sito di EugenioBenetazzo.com