Ecco, se c’è da lamentarsi perchè a Campo diBrenzone è tutto fermo e mancano i servizi» insiste a provocare i cittadini il sindaco, «per Campo vale la regola opposta: venga tutelato dal punto di vista artistico-ambientale e resti, pur se maggiormente valorizzato.
Il borgo incontaminato che è, lontano da speculazioni edilizie, dagli eccessi di certi investimenti e da formule consumistiche che lo deturperebbero.
Sia chiaro: è necessario un intervento per evitare che questo bijoux , abbandonato a se stesso, muoia di degrado e perda uno alla volta i pezzi. Ma il recupero venga fatto con intelligenza, è fondamentale muoversi con un pizzico di buon senso e di rispetto per le poche cose belle che ancora ci restano».
Il sindaco di Brenzone, a parlare della piccola contrada sopra Marniga, si illumina. «E disabitata dagli anni 50» spiega, «se non fosse per lunica famiglia che ha scelto di rimanerci in piena comunione con la natura, lontano da certi agi e dai compromessi imposti dalla modernità: Oscar Simonetti, con la moglie, il figlio e le sue pecore, è l’unico che al momento vive lassù. Come fa? Ce la fa bene, e credo che stia meglio di molti anche se, quella di andare a relegarsi a Campo, è una scelta che pochi possono portare avanti: arrivarci è difficile, la strada è una specie di mulattiera praticamente inaccessibile alle auto, altre vie di accesso non ne esistono, manca tutto, è rimasto solo il medioevo, meglio, le sue case diroccate, il suo tempietto votivo e il suo castello».
Campo sta morendo di morte naturale e morirebbe forse lo stesso se divenisse oggetto di irrispettosi progetti di recupero. «Bisognerebbe allora trovare la soluzione in grado di salvaguardare l’aspetto ambientale portando avanti nel contempo un’azione di ripristino edilizio» insiste il sindaco, «ma non è facile mettere insieme le due cose. L’amministrazione se ne sta occupando da anni insieme alla Soprintendenza che ha posto i vincoli paesaggistici e monumentali, di concerto con Italia Nostra contraria a qualsiasi tipo di assalto “artificiale”».
Campo, 20 minuti da Brenzone, ansima. Troppa natura e troppa genuinità stanno isolando il borgo rendendolo sì inespugnabile ad intromissioni esterne ma anche impedendo ogni tipo di operazione – necessaria – di restauro.
A testimoniare che in passato era abitato da decine e decine di famiglie, cera fino al 1991, anno della sua morte, Margherita Veronesi, la “regina” del Castello: ricordava a chiunque salisse la vivacità e l’autonomia del posto raccontando che «un tempo Campo governava tutta la costa orientale del lago perchè ci viveva un prete che, come un prefetto, comandava da Garda a Malcesine; e c’era pure il cimitero, la parrocchia con la sua chiesa, cera tutto quel che bastava per vivere senza dover scendere a valle. Oggi invece…».
Oggi Margherita non c’è più, il suo prete nemmeno, eroicamente resiste Oscar e Campo, bello proprio perchè intonso e perchè lì il tempo si è fermato, non si difenderà ancora a lungo. (c.f.)
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