QUANDO fai la cameriera a cottimo: tot camere d’ albergo da rifare in un arco di tempo definito, se non ce la fai continui a lavorare. Ma nessuno ti paga lo straordinario, il tuo prezzo è a ore, dai 4 ai 6 euro l’ ora a seconda della fortuna, se dovevi rifare le camere in quatto ore, quattro rimangono anche se ce ne hai messe sei: il prezzo del tuo lavoro resta lo stesso. E’ il precariato, bellezza.
O meglio il «precariato a cinque stelle», come denunziano Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil. Che raccontano come a giovarsi del lavoro di circa duemila cameriere e facchini in appalto, non siano tanto i piccoli alberghi ma i cinque e quattro stelle di una città «dove si dice che il turismo è l’ unico settore a andare bene. Va bene sulle spalle dei lavoratori».
Che tacciono perché, se licenziati, non hanno nessun ammortizzatore sociale a sostenerli, le ditte o le cooperative da cui provengono non pagano i contributi, denunciano Fabio Ammavuta (Cgil), Salvo Carofratello (Cisl) e Pietro Baio (Uil). Le cameriere sono donne e in maggioranza straniere. I facchini, uomini, ma sempre stranieri. «E’ il primo lavoro che gli immigrati trovano, il ricambio è facilissimo», spiega Ammavuta. «Così la terziarizzazione dilaga negli alberghi fiorentini», denunciano i sindacati. Che parlano di circa duemila lavoratori in appalto disseminati tra le cinque e le quattro stelle.
«Hanno iniziato gli alberghi a quattro stelle dove ormai il lavoro in appalto è l’ 80% del totale. A ruota stanno venendo sempre di più quelli a cinque stelle: sono 15 in provincia di Firenze e almeno in dieci il lavoro è tutto esterno». Così finisce che solo il personale della reception è interno, il resto viene da ditte esterne. Questi lavoratori dovrebbero rientrare per legge nel contratto nazionale del turismo e invece rispondono a quelli fantasiosi di portierato, pulizie o quant’ altro. «Lavorano a cottimo.
Oppure vengono pagati per 15 ore di lavoro, ne fanno il doppioe il resto viene compensato come rimborso spese. In caso di malattia ricevono solo la quota Inps e non quella che spetterebbe all’ azienda. Se si ammalano troppo o chiedono congedi di maternità vengono emarginati e poi eliminati», spiega Ammavuta. I sindacati sostengono che per fronteggiare le alte e le basse stagioni già il contratto nazionale offre agli albergatori una serie di forme di precariato come il lavoro interinale, a chiamata, extra, a termine.
Una giungla che fa impressione, sottolineano, e che rende il posto fisso negli alberghi un miraggio. Eppure non è niente di fronte «al lavoro massacrante e gli stipendi da fame» del lavoro in appalto.E passinoi pochi euro l’ ora, aggiunge Ammavuta: «Il vero problema è il cottimo: ti pagano per 4 ore ma, siccome il conto va a camera, ne lavori assai di più perché non finisci a tempo. Le ore in più non vengono pagate».
Se si tratta di cooperative spesso sei un finto socio, Se si tratta di srl, è meglio secondo i sindacati, perché almeno sei dipendente. «Una situazione non più tollerabile – denunciano – Danneggia i lavoratori, compromette la qualità del servizio, fa proliferare la concorrenza sleale, mette in pericolo la sicurezza di chi è costretto a lavorare a ritmi frenetici». Cgil, Cisl e Uil chiedono l’ applicazione della legge regionale che esige il rispetto, per chi lavora negli alberghi, del contratto del turismo e denunciano «l’ illegalità diffusa negli alberghi dove centinaia di lavoratori vengono sfruttati ogni giorno».
Ma il presidente della sezione albergatori di Confindustria Firenze, Giovanni Guarnieri sostiene che la crisi ha fatto sì che «ormai il lavoro negli alberghi non sia mai costante né programmabile. E dunque gli albergatori sono costretti a appoggiarsi a ditte esterne». Aggiunge: «Io non so niente di contratto del turismo o meno. Ma credo che queste società esterne osservino la legge regionale». Dopodichè che gli alberghi scelgano lavoratori interinali o in appalto, «la cosa migliore è il liberismo per cui ognuno è libero di fare come reputa più opportuno».
Articolo ripreso dal sito Planethotel.net