Le autorità che regolano il sistema finanziario britannico non hanno gli strumenti concreti per impedire che le banche, allo scopo di adeguarsi ai nuovi requisiti di capitale, taglino l’erogazione di prestiti. Ad ammetterlo è addirittura il numero uno Financial Services Authority, Adair Turner.
Lo riferisce il Telegraph. Nel Regno Unito, in presenza di un’economia ancora molto debole, il problema dei finanziamenti alle imprese è molto sentito. Il progetto Merlin, frutto di mesi di negoziati fra l’esecutivo di David Cameron e i rappresentanti di Barclays, Lloyds, RBS e HSBC, sembrava aver fornito una soluzione attraverso la promessa, da parte dei principali colossi bancari, di erogare prestiti pari a 19 miliardi di sterline alle piccole e medie imprese.
Ma finora si sono manifestate diverse difficoltà a raggiungere questo target. Difficoltà che, secondo l’opinione di molti, sono destinate a moltiplicarsi allo scadere del periodo di un anno indicato dall’accordo. Dovendo rafforzare i propri livelli di capitale per rientrare nei nuovi requisiti imposti dai regolatori, infatti, le banche potrebbero decidere di chiudere parzialmente i rubinetti del credito.
E il presidente della principale authority ha ammesso di avere a disposizione mezzi «abbastanza limitati» per contrastare tale tendenza. Dichiara comunque di voler lavorare nella direzione dell’imposizione di requisiti di capitale più elevati per le attività di trading, in modo da scoraggiare le operazioni più rischiose.
Articolo ripreso da valori.it