Le banche europee cedono centinaia di miliardi di asset tossici

Le banche europee cercano di rassicurare gli investitori, che temono la loro esposizione sui titoli del debito greco o di altre economie periferiche dell’Eurozona. A tale scopo hanno promesso di snellire i loro bilanci, vendendo imponenti quantità di asset e riducendo l’erogazione di prestiti. Così avrebbero meno difficoltà a rientrare nei requisiti di capitale imposti dai regolatori. Una manovra che, stando a quanto riporta l’agenzia Bloomberg, potrebbe raggiungere dimensioni colossali: gli istituti francesi, britannici, irlandesi, tedeschi e spagnoli hanno annunciato piani per ridurre le proprie dimensioni di 775 miliardi di euro nei prossimi due anni.

Morgan Stanley alza addirittura la posta: ipotizzando che tale cifra possa arrivare a 2 mila miliardi di euro entro la fine del 2012. Ma, secondo l’agenzia americana, tale stima è ben poco realistica. Perché, di fatto, non ci sono gli acquirenti. E non mancano gli analisti che ritengono che la ricapitalizzazione delle banche sia ormai una strada obbligata. Per la quale, stando a quanto ha dichiarato la settimana scorsa il presidente dalla Commissione europea José Manuel Barroso, si potrà ricorrere ai prestiti del Fondo di stabilità europeo qualora non bastassero i finanziamenti privati e il sostegno dei governi. Ma in tal caso verrà imposto lo stop a dividendi e bonus.

Per il momento, BNP Paribas ha annunciato una riduzione pari a circa 70 miliardi di euro degli asset per i quali è stato ponderato il livello di rischio: il che equivale a 200 miliardi di asset complessivi, circa il 10% del suo bilancio. A tale scopo potrebbe vendere alcune operazioni della divisione d’affari al di fuori dei confini europei. Allo stesso modo, Societé Générale prevede una sforbiciata da 80 miliardi di asset ponderati per il rischio entro il 2013 (vale a dire 150 miliardi di asset complessivi); e Credit Agricole di circa 30 miliardi di asset complessivi entro la fine del 2012.

Dall’altra parte della Manica, una portavoce di Royal Bank of Scotland fa sapere che l’istituto ha tagliato dal 2008 circa mille miliardi di sterline, che potrebbero arrivare a 1.400 entro la fine del 2011. In questa manovra si collocano, ad esempio, la cessione di WorldPay (business delle carte di credito) e di circa trecento filiali. Il bilancio di Lloyds, l’altra grande banca soccorsa dallo Stato britannico, è stato ridotto di 48 miliardi. Ma la banca sperava di ottenere molto di più (2,5 miliardi di sterline, invece degli 1,5 che sono stati accordati) dalla vendita di 632 filiali a NBNK Investments, l’unico acquirente. Un altro segnale della difficoltà, vista la fase critica che sta vivendo la finanza europea, a trovare qualcuno che sia disposto a comprare.

Articolo ripreso da valori.it