Avete bisogno di un consiglio relativo ai vostri investimenti? Chiedetelo ad una donna. Come emerso da uno studio condotto da Schroders, le donne sarebbero infatti meno portate degli uomini a cadere nelle più tipiche trappole mentali che condizionano gli investimenti finanziari. Più sensibili ed emotive, quindi più attente, sfuggono ad una serie di condizionamenti diffusi che inficiano spesso decisioni e scelte di carattere finanziario.
La ricerca, svolta attraverso la somministrazione online di 2000 questionari sul sito Investimente.it, creato da Schroders in collaborazione con Matteo Motterlini (Università Vita-Salute San Raffaele) e ideato per indagare su questioni di finanza comportamentale, ha fatto emergere che «gli uomini sono più sicuri di sé al momento di prendere decisioni finanziarie e sono pertanto più soggetti rispetto al genere femminile a cadere nella trappola emotiva dell’overconfidence (57% a fronte del 45%): una tendenza che induce a sopravvalutare la propria capacità di controllare gli eventi e che può pertanto facilmente portare a “farsi del male”, assumendo più rischi del necessario o movimentando il portafoglio in modo eccessivo e non coerente con la propria pianificazione finanziaria»
E non è tutto. Perché a ciò si aggiungono l’ottimismo e la tendenza a rimanere ancorati alle esperienze passate. Atteggiamenti marcati fra gli investitori di sesso maschile che in finanza tuttavia non si traducono in virtù ma in rischi potenziali.
Se da un lato le donne risultano pessimiste, l’eccessivo ottimismo (optimism bias) degli uomini può portare infatti alla formulazione di previsioni sistematicamente distorte a proprio vantaggio.
Inoltre accontentandosi del guadagno già realizzato e basandosi sulle positive esperienze passate, gli uomini sono più propensi a tenere troppo a lungo i titoli in perdita, col risultato di subire un danno nettamente maggiore. Tale comportamento, noto come disposition effect, si manifesta in quanto difficile accettare di aver compiuto la scelta sbagliata e prendere atto di una perdita.
Tuttavia anche la finanza rosa sbiadisce dinanzi ai tranelli della mente. Le donne infatti per quanto meno soggette agli errori cognitivi più diffusi, si dimostrano avverse alla perdita, pertanto non solo la vivono in modo più traumatico, ma mostrano anche di patire molto di più di quanto non gioiscano per i guadagni (22% a fronte di 16%).
Dallo studio è emerso quindi uno scenario interessante sia per gli investitori che per i professionisti del settore che pone l’accento su sensibilità, quindi propensioni, esigenze e obiettivi, nettamente diversi.
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