Senza il peso le fisco le imprese italiane di medie dimensioni sarebbero solide come quelle tedesche. Basterebbe una tassazione più favorevole, pari a quella della grandi aziende, per portarle al primo posto in Europa per solidità patrimoniale dall’ultimo in cui si trovano. E’ uno degli elementi che emergono dall’indagine Confindustria, R&S Mediobanca e Unioncamere sulle medie imprese europee, identificate in Italia con le società con un fatturato tra 15 e 330 milioni e con addetti tra i 50 e il 499.
Nel complesso le medie imprese, in Francia e Spagna, oltre che in Italia e Germania, hanno una struttura finanziaria robusta, che le rende in grado – secondo lo studio – di resistere alla crisi meglio delle aziende di maggiori dimensioni. La solidità è massima in Germania, dove per il 76% le società sono classificate investment grade, sullo stesso livello in Francia e Spagna (69% è investment grade), meno nel Bel Paese (57%).
Il trattamento fiscale risulta omogeneo in Spagna e Francia, dove il tax rate si aggira sul 24%, poco più elevato in Germania (27%) e penalizzante da noi (38%). Così, se negli ultimi 10 anni le medie imprese italiane avessero avuto una tassazione più favorevole, per esempio pari a quella dei grandi gruppi, oggi avrebbero uno solidità patrimoniale al 78% investment grade, in linea con le tedesche.
Queste ultime, nel comparto manifatturiero, hanno d’altra parte un costo del lavoro pro-capite molto elevato: 46.700 euro per addetto, contro 43.600 delle aziende francesi, i 39.600 euro delle italiane e di 36.800 delle spagnole. Ma c’è la compensazione della produttività, massima in Germania dove il valore aggiunto netto per addetto è pari a 56.900 euro rispetto ai 53.300 euro dell’Italia, i 52.100 euro della Francia e i 47.900 euro della Spagna.
Quanto al valore aggiunto, che misura la ricchezza prodotta, il contribuito maggiore viene dalle attività meccaniche, prevalenti in Germania e pari al 45,3% del totale, dove raggiunge il 51% contro il 38% in Italia, il 35% in Francia e il 29% nella penisola iberica. Qui il settore più rappresentativo è quello alimentare mentre in Francia prevale per poco la meccanica.
Lo stile italiano, il made in Italy, rappresenta invece il 63% delle vendite delle nostre medie imprese. Passando al contenuto tecnologico, la fascia alta e medio-alta della tecnologica rappresenta circa il 41% del fatturato delle medie imprese che parlano la lingua di Goethe mentre le italiane sono al 29% in linea con le transalpine mentre quelle iberiche di fermano al 23%.
Riguardo infine alla distribuzione geografica le medie imprese tendono a insediarsi nelle zone economicamente più evolute dei rispettivi paesi, molte (66% in Italia) nei distretti, che invece non esistono in Germania: a Sud delle Alpi il 40% è localizzato nel Nord-Ovest e il 38% nel Nord-Est con Lombardia (31%), Veneto (18%) ed Emilia Romagna (14%) sul podio delle regioni più popolate dalle aziende della fascia considerata nel rapporto.
Articolo ripreso dal sito italiaoggi.it