Semplificare la vita delle piccole e medie imprese, che impiegano circa i 2/3 della forza lavoro complessiva nell’Ue e creano l’85% dei nuovi posti di lavoro.
E’ con questo obiettivo che la Commissione europea ha avviato una consultazione tra circa mille Pmi europee per eliminare le leggi della normativa Ue più gravose per il mondo imprenditoriale. E oggi ha pubblicato i risultati dell’iniziativa.
Nello specifico, sono questi gli ambiti critici individuati dalle Pmi coinvolte nella consultazione:
- REACH, legislazione in materia di sostanze chimiche,
- IVA, l’imposta sul valore aggiunto,
- pacchetto sulla sicurezza generale dei prodotti e sulla sorveglianza del mercato,
- riconoscimento delle qualifiche professionali,
- legislazione sulla spedizione di rifiuti e sui rifiuti pericolosi,
- leggi sul mercato del lavoro,
- protezione dei dati,
- orario di lavoro,
- apparecchiature di controllo nel settore dei trasporti su strada,
- procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici,
- codice doganale.
Pur riconoscendo la necessità di avere, negli specifici ambiti individuati, una legislazione comune a livello europeo, la Commissione intende, per il momento, servirsi del nuovo Regulatory Fitness and Performance Programme (REFIT 1), lanciato a dicembre 2012 con l’obiettivo di identificare gli oneri, le incongruenze e le misure inefficaci, a favore di una regolamentazione di qualità.
Se necessario, saranno avviate delle azioni per la modifica o l’eliminazione di specifiche norme ritenute dannose. Azioni che, fanno sapere da Bruxelles, saranno annunciate a giugno 2013.
Le piccole e medie imprese, ha commentato il vicepresidente della Commissione europea responsabile per l’industria Antonio Tajani, sono “la chiave per l’uscita dalla crisi. La nostra legislazione deve essere creata tenendo a mente le Pmi: deve essere intelligente, semplice e stabile”.
Articolo ripreso dal sito Fasi.biz, autore Chiara Teofili