Nelle sue ‘Considerazioni finali’ pronunciate nel suo discorso annuale il governatore della Banca d’Italia Visco non ha mancato di ricordare il gravoso peso delle sofferenze sui bilanci bancari usando le percentuali forse per non pronunciare cifre in miliardi di euro che fanno ancora più effetto:
Alla fine del 2012 la consistenza dei prestiti in sofferenza è salita al 7,2 per cento degli impieghi complessivi, dal 3,4 del 2007; quella degli altri crediti deteriorati al 6,3 per cento, dall’1,9. Per le imprese, il flusso delle nuove sofferenze in rapporto agli impieghi ha recentemente superato, su base annua e al netto di fattori stagionali, il 4 per cento, un livello non toccato da venti anni. In base agli indicatori prospettici, il flusso di sofferenze rimarrebbe elevato nella restante parte del 2013.
Nella cifra delle sofferenze sono comprese tutti gli intermediari finanziari, le banche in primis ma anche le società di leasing. Si parla in genere molto più di banche che di leasing e si conosce poco di come il comparto abbia navigato nella crisi. Viene in aiuto un articolo pubblicato dalla rivista dell’Associazione ASSILEA che manda in copertina nel n.2-2013 questa grafica significativa:
L’articolo all’interno riporta uno studio svolto da Beatrice Tibuzzi, Responsabile Area Relazioni Istituzionali, Vigilanza, Studi e Statistiche dell’Associazione che mette in luce quanto il comparto leasing abbia subito in pieno l’impatto delle nuove sofferenze e dei crediti deteriorati:
Guardando ai dati di fine 2012 delle statistiche del rischio di credito Assilea, il dato è senz’altro allarmante: le sole “sofferenze” leasing superano il 9% dell’esposizione complessiva (113 miliardi di euro) delle Società di leasing partecipanti alla statistica, con un incremento di 1,9 punti percentuali rispetto a fine 2011 e per un importo di oltre 10 miliardi di euro, circa due miliardi in più rispetto all’anno precedente.
Il dato che va guardato con maggior cautela è il trend delle sofferenze leasing, la cui incidenza sulle esposizioni totali, in ragione d’anno, è cresciuta più di quanto si riscontra per le sofferenze bancarie nei diversi comparti economici.