Creare una startup è facile, vederla morire lo è altrettanto: nel 2015 il 90% delle nuove imprese è costretto a chiudere i battenti. Vediamo cosa fa la differenza tra successo e fallimento.
9 startup su 10 falliscono. Il motivo di ciò, per molte di esse, è da ricercare nell’approccio iniziale. Ecco, in breve, quello che capita spesso: l’aspirante imprenditore si alza una mattina e gli viene voglia di fondare una startup, non importa cosa produrrà e perché, basta avere un’azienda. Non avrà un’idea iniziale e si sforzerà di trovarla ad ogni costo: da questo atteggiamento, il più delle volte scaturirà qualcosa di banale o già esistente, che quindi non avrà alcun successo (a parte forse qualche rara eccezione).
Per quale motivo? Beh, è come voler partire da Verona per una destinazione sconosciuta e decidere a priori di prendere un aereo. Non ha proprio senso! Se invece so che voglio recarmi a Milano, so anche che prendere un aereo sarebbe inutile, meglio il treno o l’auto.
E’ per questo che la prima cosa da fare per sviluppare il progetto della nostra startup èidentificare una problematica da risolvere: avremo quindi un obiettivo preciso, ossia la risoluzione di tale problema, che ci permetterà di focalizzarci soltanto su ciò che vogliamo ottenere. Se so dove voglio andare è più semplice arrivarci.
Il fatto è che trovare un problema non è per nulla facile! Da dove partire? Gabriele Giugliano, startupper ventitreenne inventore di Tutored, consiglia in questo articolo di Millionaire (dove potrai trovare altri preziosi suggerimenti) di partire da sé stessi: spesso infatti, quello che per noi rappresenta un problema può esserlo anche per altre centinaia o migliaia di persone e, se riusciamo a risolverlo, perché non aiutare anche gli altri?
Questo metodo ovviamente non garantisce successo assicurato, perché potrebbe trattarsi di qualcosa che generi valore solo per poche persone o che non ti stia particolarmente a cuore: anche questo è molto importante, poiché se non ci metti una certa dose di passione e non ci credi veramente, sarà difficile riuscire a fare bene.
Se hai trovato un problema che sei realmente interessato a risolvere, prima di pensare alla soluzione devi fare qualche ricerca per capire se appunto è sentito anche da altre persone e se esistono già delle soluzioni sul mercato. Se non sono presenti, o ci sono ma le reputi incomplete e migliorabili, allora puoi iniziare a sviluppare la tua idea.
Ricorda sempre: si parte dal problema, poi si trova la soluzione.
Fase 2 – La progettazione
Ora che hai la tua idea in cui credi profondamente, che servirà a risolvere un reale problema per te e per gli altri al quale attualmente non esiste alcuna soluzione sul mercato (o esiste ma tu hai una bella idea per migliorarla), puoi iniziare a progettarne la realizzazione concreta. E non intendo tra un anno o due. Intendo adesso, immediatamente! Perché quello che ora è un lampo di genio, tra un po’ di tempo potrebbe essere già bello che superato.
Se vuoi che funzioni davvero devi dare tutto per la tua idea, impegnarti giorno e notte definendone, modificandone e aggiungendo meticolosamente ogni singolo dettaglio. Devi pianificare per filo e per segno tutte le attività che vorrai portare a termine e il modo in cui far fruttare quella che diventerà la tua azienda: devi definire il tuo modello di business e redigere un buon business plan (ovviamente gli investitori non ti finanzieranno se non capiranno quanto denaro puoi fatturare e in quanto tempo).
Un errore molto comune degli startupper in erba è proprio quello di sopravvalutare le proprie capacità e quelle del loro team, pensando di potersi permettere di non programmare nulla o di riservare all’elemento “fatturato” un’importanza secondaria: per sopravvivere, sono vitali entrambe le cose. A proposito di errori fatti dai neo-imprenditori esiste un sito molto interessante, Autopsy (non spaventarti), dove puoi trovare decine di storie di startup che non sono riuscite a raggiungere il successo. Anche se il nome lo fa sembrare macabro, lo scopo del sito è nobile: capire la “causa della morte” delle startup per evitare che gli errori si ripetano; se vuoi diventare imprenditore, te ne consiglio vivamente la lettura.
Fase 3 – Il team
Anche la scelta dei collaboratori è una fase critica: scelgo l’amico o scelgo qualcun altro con paura che l’amico se la prenda? E se scelgo l’amico, chi mi dice che in futuro non ci saranno scintille tra noi?
Pensa bene a queste cose perché potresti incappare in errori fatali. Spesso si sottovaluta l’importanza del team, invece ogni persona dev’essere scelta con criterio perché anche una sola pedina, in una realtà piccola come all’inizio sarà, con una mossa sbagliata potrebbe rovinare tutto. Devi scegliere del personale altamente competente, quindi informati il più possibile sui tuoi collaboratori e scegli quelli con più esperienza, o comunque quelli con un percorso di formazione che più si avvicina alle tue esigenze. Non avere fretta nella selezione, prenditi il tempo che ti serve: meglio assumere delle persone adatte tra un mese che dei collaboratori poco competenti oggi.
Fase 4 – Il finanziamento
Questo è uno dei punti più critici. Non preoccuparti, se la tua idea è buona troverai qualcuno che ti finanzierà! Ci sono molti Business Angels pronti ad investire sui progetti degli startupper, però devi essere bravo e convincente a presentarglieli. Nella Silicon Valley, ad esempio, le persone che vogliono farsi finanziare hanno un tempo che va dai 30 secondi ai 2 minuti per presentare il loro piano (tale presentazione prende il nome di pitch): se in questo tempo non riescono a convincere il Business Angel, addio sogni di gloria.
Ci sono inoltre le piattaforme di crowdfounding come Kickstarter, recentemente sbarcato in Italia, che permettono di esporre al web la propria idea e di ricevere, in caso sia qualcosa di valido, piccole somme di denaro da un elevato numero di persone.
Se nessuno è disposto a finanziarti, probabilmente questo è un indicatore che la soluzione che proponi non è abbastanza innovativa o non è richiesta da una parte considerevole di pubblico: in questo caso prova a rivedere la tua idea. So che sei una persona dalle mille risorse, e se hai avuto questa idea significa che in realtà qualcosa di innovativo c’è: devi solo tirarlo fuori, revisionando il tuo progetto e aggiungedogli quell’ingrediente in più che lo differenzierà veramente dalle altre soluzioni esistenti.
Fase 5 – L’impresa
Ora che ti hanno finanziato hai tutte le carte in regola per partire, devi solo formalizzare l’impresa: in base alle tue esigenze e ai consigli del tuo commercialista sceglierai una SRL piuttosto che una SNC o una società unipersonale. Per maggiori informazioni ti rimando a questa infografica.
Fase 6 – Il lavoro è completato!
Non proprio. Direi che il lavoro inizia proprio adesso: devi produrre ciò che ti sei prefissato, venderlo o distribuirlo al tuo pubblico target attivando le leve del marketing e, allo stesso tempo, migliorare il tuo prodotto in base alle nuove idee che ti vengono e ai feedback delle persone che vi entrano in contatto. Soltanto migliorandoti, aggiornandoti di continuo e ascoltando i destinatari del tuo servizio riuscirai a mantenerlo vivo e a far prosperare la tua azienda: stai pronto al cambiamento costante e repentino delle cose.
Appendice – Effetti collaterali
Io te l’ho spiegato in modo molto semplice, ma ovviamente il concepimento e lo sviluppo di una startup è davvero molto complicato, sia sotto il punto di vista emotivo sia sotto quello gestionale.
Uno dei problemi più frequenti è la paura di non farcela, vedendo alcuni ostacoli come dei muri insormontabili: essa può presentarsi ad ogni fase della creazione dell’impresa, anche ad attività avviata da tempo. Prima di iniziare, devi mettere in conto che non puoi permetterti di rassegnarti: nel momento in cui lo fai, vieni schiacciato. Quindi tieni sempre a mente che, anche nel peggiore dei momenti di sconforto, c’è sempre una via d’uscita, e solo se crederai in te stesso riuscirai a trovarla.
Devi quindi cercare di mantenere la calma anche nei momenti difficili, e se non riesci in qualcosa non puoi perdere le staffe o scaricare la colpa su un tuo socio: siete un team di persone competenti, e con la calma e la determinazione potete risolvere tutto.
Come ho detto prima, devi pensare seriamente al risultato economico, ma non focalizzarti totalmente su quello: non hai fondato un’impresa solo per fare soldi, ma in primis per creare valore per il tuo target di riferimento risolvendo un problema comune. Se ti focalizzi solo sul denaro rischiano di sfuggirti le necessità del tuo pubblico, e finirai perperderlocompletamente.
Eh si, le necessità dei tuoi potenziali clienti sono tutto: è per questo che, non mi stancherò mai di ripeterlo, bisogna ascoltare i loro feedback. Se hai esposto a più persone la tua idea e non ne capiscono i vantaggi, forse è perché non ce ne sono molti, quindi magari non è una grande idea. Ovviamente, prima di giungere ad una conclusione così fallimentare, dovresti fare un’analisi di mercato approfondita, però la risposta di un piccolo gruppo di persone potrebbe essere già un buon indicatore.
Forse non sei molto d’accordo con l’ultimo paragrafo: ripeto, se vuoi un feedback dovrai parlare della tua idea innovativa ai tuoi amici e conoscenti! Molti evitano di farlo, tengono tutto per loro per paura che essa venga rubata, precludendosi la possibilità di carpire delle informazioni essenziali che permetterebbero al prodotto di eccellere. Per capire se può essere interessante avrai bisogno di vedere quali sono le reazioni di chi ti è vicino, quindi parla del tuo progetto senza avere paura; così facendo inoltre, inizierai già da subito a fare branding diffondendo quella che sarà la mission della tua azienda e la tua passione per essa.
Abbiamo parlato di molte cose, spero che questo articolo possa esserti utile per un primo approccio al mondo delle startup.
Articolo ripreso da devinterface.com – autore: M. Urban