Opportunità di investimento sul Lago di Como due rustici da recuperare a scopo alberghiero

Ci piacciono i luoghi dove la gente è operosa e Lezzeno, affacciata con i suoi 22,53 chilometri quardati di superficie sul ramo comasco del Lario lungo la via Regina, così denominata dalla regina Teodolinda, a pochi passi da Bellagio e con vista sull’Isola Comacina, è uno di questi posti. I suoi 2.039 abitanti: artigiani e ferraioli, carpentieri navali e addetti al turismo, pastori e formaggiai ne costituiscono l’ossatura, in un’incredibile consapevolezza della propria identità territoriale.

Sulle pendici retrostanti l’abitato, in forza della Delibera numero 28 emessa il 28 settembre 2000 dal Consiglio Comunale classificata zona boschiva soggetta a vincolo irogeologico, sono in vendita due rustici facenti parte di un’unica procedura. Completamente diroccati, sono raggiungibili tramite un breve sentiero esclusivamente pedonale e si sviluppano su di una superficie di 95 mq l’uno e 130 l’altro.

Saranno battuti all’asta il 20 marzo prossimo presso il tribunale di Como ai prezzi base rispettivamente di duemila e tremila Euro.
Parallelamente sono disponibili circa 12mila metri di terreno agricolo e boschivo adiacente, ripartito in diversi lotti, per una richiesta complessiva di circa 12mila Euro a fronte di un valore di mercato ben più elevato.

Per chi fosse eventualmente interessato, la medesima procedura comprende altresì un cantiere nautico posto direttamente a lago, comprensivo di quattro edifici ad uso magazzino e laboratorio con relativi servizi igienici, oltre all’area dedicata alle lavorazioni all’aperto e al deposito per il rimessaggio dei natanti. La richiesta è inferiore a 200mila Euro.

Cosa si può fare con due rustici diroccati? Molto semplice, considerata la vocazione della cittadina lariana: si recuperano mantenendo le perimetrali e completando l’opera con prefabbricati in legno, il cui costo, a parità di superficie, non dovrebbe essere superiore a 50.000 Euro finiti, e si usano come casetta per vacanze o fine settimana. Ma una casetta di 225 metri quadri potrebbe anche essere adibita a B&B oppure a minihotel de charme nella natura: i clienti, qui, non mancano.

La storia della cittadina, che il 18 marzo di ogni anno celebra una secolare tradizione accendendo dei falò in riva al lago, potrebbe raccontarcela Larrie, il mostro del Lario, un rettile acquatico preistorico crestato che qualcuno vagheggia di aver avvistato, qualcuno ha provato a sparargli, altri ad arpionarlo, ma nessuno lo ha mai catturato.

Larrie vivrebbe da secoli a duecento metri di profondità e sarebbe l’ultimo testimone oculare della tragica distruzione dell’Isola Comacina, che ha fermato il tempo all’anno 1169 e che viene suggestivamente ricordata ogni anno nella notte di san Giovanni, quando 1.200 postazioni di sparo lanciano oltre dieci quintali di fuochi d’artificio ed il lago viene illuminato a giorno grazie anche a migliaia di lumaghitt, lumini galleggianti abbandonati sulle acque per far rivivere il dramma della fine della piccola comunità lariana.
A differenza del suo omologo scozzese Larrie, da buon Comacino, è un mostro che non ama… mettersi in mostra, il suo nome scientifico è Lariosaurus Balsami dal nome del suo scopritore, sembra essere più antico dei dinosauri e nelle cave di marmo di Perledo, sopra Varenna, sono stati recentemente ritrovati i resti di alcuni suoi antenati, ora ospitati nei musei di Lecco, Milano e Monaco di Baviera.

E’ stato persino celebrato da una canzone, e l’autore non poteva che essere Davide Van De Sfroos, poeta della musica country laghèe, che racconta: l’era faa cumè un’anguila, l’era gross cume un batèll e ‘l majava tùcc i stèll, era fatto come un’anguilla, era grosso come un battello e mangiava tutte le stelle, e il pescatore che lo avvistò venne preso cume el re di rebambii, come il re dei rimbambiti.

Un’ultima annotazione per finire con un sorriso.. negli anni Cinquanta un parroco locale compose un libello indicando Larrie come mostruosa raffigurazione del pericolo comunista 🙂