Patent Box il sistema per diminuire le tasse di tutte le aziende che investono in ricerca e sviluppo

Patent Road, il ciclo di eventi promosso da Technetic, con il patrocinio del ministero per lo Sviluppo economico e dell’Associazione italiana per la ricerca industriale, per spiegare la normativa del Patent Box si prepara a fare tappa in tutte le regioni italiane.

Ma cos’e’ il Patent Box? «Il Patent Box è una misura strutturale per il rilancio delle imprese, fortemente strategica – spiega Riccardo Imperiali, presidente di Technetic -. Oltre a offrire importanti benefici fiscali per 5 anni, questo nuovo regime opzionale permette alle aziende di valorizzare dei beni che prima non erano messi a sistema, come marchi e brevetti, know-how, disegni e modelli. La portata della normativa italiana è molto ampia, e con un po’ di semplificazione potranno cogliere questi benefici anche le piccole e medie imprese protagoniste del tessuto industriale del Nordest».

Tra le regioni italiane, il Veneto – con 706 istanze già presentate – è secondo solo alla Lombardia.A conferma del forte interesse per il nuovo regime fiscale, a oggi risultano presentate all’Agenzia delle Entrate oltre 4.500 richieste. «Un’azienda come la nostra, che ha nell’innovazione di prodotto e nella ricerca e sviluppo i propri punti di forza, non può che guardare con favore al Patent Box – commenta Antonella Meninato Geremia del Colorificio San Marco–.

È un segnale concreto di sostegno alle imprese, molto interessante perché permette di dare valore alle eccellenze del Made in Italy favorendo finalmente chi sceglie di investire nel nostro Paese». I settori interessati vanno dall’agroalimentare al manifatturiero.

Introdotto dalla Legge di Stabilità 2015 (190/2014), il “Patent Box” consiste nell’esenzione parziale o totale ai fini Ires ed Irap dei redditi derivanti dall’utilizzo diretto, o dalla concessione in uso a terzi, o dalla vendita dei beni immateriali realizzati dalle aziende, come software protetti da copyright, brevetti (concessi o in corso di concessione), marchi (registrati o in corso di registrazione), disegni e modelli giuridicamente tutelabili, know­how.

Per tali beni, l’impresa deve sostenere costi finalizzati al loro sviluppo, mantenimento e/o accrescimento di valore. In caso di sfruttamento diretto, la percentuale di detassazione stabilita è pari al 30% per l’esercizio 2015, al 40% per l’esercizio 2016 e al 50% a partire dall’esercizio 2017. In caso di cessione, invece, la plusvalenza che l’azienda realizza è completamente esclusa dalla tassazione.

Al regime del Patent Box possono accedere tutti i soggetti titolari di reddito d’impresa, in forma individuale e collettiva, attraverso la trasmissione telematica di un apposito modulo di opzione e, nei casi di obbligatorietà, la trasmissione di una istanza di ruling avente un contenuto minimo obbligatorio integrabile, anche dal punto di vista documentale, nei successivi 120 giorni.

«Il vero punto di forza della normativa italiana, che la differenzia dagli altri regimi europei – conclude Imperiali – è che al momento possono essere inclusi anche i beni immateriali ‘non titolati’, come il know-how, i disegni e i modelli. Ci auguriamo che il nostro Paese rimanga fermo nella propria attuale impostazione del Patent Box, tuttavia consigliamo alle aziende che intendano aderire di affrettarsi: i beni immateriali ‘non titolati’, infatti, potranno certamente essere inclusi se si esercita l’opzione entro il 30 giugno».

Articolo ripreso dal blog “Gli Squali di Wall Street” su Blogspot.it