E il 2014 se possibile, almeno fino ad oggi, si presenta come peggiore!
La situazione inguardabile dei pagamenti in Italia non è l’unico bilancio negativo per le nostre PMI. In realtà su quasi tutti i parametri per valutare lo stato di salute economica e finanziaria delle imprese il 2013 è stato un anno più che deludente. Praticamente quasi nessuno dei problemi che impattano negativamente sulla situazione finanziaria delle piccole e medie imprese ha registrato un miglioramento rispetto al 2012. In taluni casi al contrario il 2013 ha portato altre cattive notizie.
Provando a tracciare un bilancio sintetico dell’anno 2013 prendo in esame 8 differenti parametri:
1) crescita economica
il PIL è arretrato nuovamente nel 2013 a un tasso assai vicino al 2%, rispetto al 2,5% del 2012. Un risultato che deve essere considerato quasi peggiore tenendo presente il forte calo del 2012 e l’illusione sbandierata in più sedi ufficiali di una ripresa nella seconda parte dell’anno, che nei fatti è stato solo un rallentamento nel passo di decrescita. Maggiormente colpita la domanda interna e il settore terziario, entrambi ambiti di esclusivo raggio di quasi tutte le piccole imprese e del commercio.
2) tempi e ritardi di pagamento
Se si esclude un’altra parziale illusione -quella del pagamento degli arretrati della PA che si è fermato a (forse) 15 miliardi a fronte dei 100 totali e dei 27 promessi- la situazione dei tempi di pagamento è peggiorata ulteriormente nel 2013 (vedi post di ieri), fatto davvero grave se si pensa che a proprio a gennaio 2013 è stata recepita la direttiva comunitaria con l’obiettivo di portare tutti i pagamenti in zona 30-60 giorni.
3) pressione fiscale e burocratica
bilancio negativo anche sul fronte del carico di prelievo fiscale e sui costi indiretti indotti dalla pesantissima burocrazia nazionale. Aumentata la pressione fiscale che ha toccato secondo il Centro Studi di Confindustria il valore record del 44,3% e nessun concreto miglioramento sul fronte burocrazia. La promessa di un’agenda digitale è stata ancora rimandata e avviluppata in pastoie…burocratiche.
4) programmi di supporto statale
è una delle due zone in cui si possono registrare miglioramenti grazie all’aumento delle garanzie concesse dal Fondo di Garanzia a banche e confidi per agevolare il credito alle piccole imprese e in seconda battuta, a giudicare dalle cifre pubblicate recentemente dall’Agenzia delle Entrate, dall’utilizzo delle agevolazioni legate agli aumenti di capitale (ACE). Varata la legge sulla nuova Sabatini, ma i cui effetti saranno traslati probabilmente al 2014 perché nel 2013 la norma non era ancora stata attivata.
5) accesso al credito
inaspettatamente, almeno rispetto alle attese e alle dichiarazioni, la situazione dell’accesso al credito è peggiorata nel corso del 2013 con tassi di riduzione che sono andati crescendo negli ultimi mesi dell’anno e che non offrono spunti di ottimismo per il 2014. Calo del credito alle imprese non finanziarie nell’ordine di 57 miliardi, apparentemente più intenso sulla piccola impresa, velocità di calo cresciuta dal 4,5% (novembre 2012 a/a) al 6,5% (nov.2013). Cali pesanti per il leasing (vedi il post del 9 gennaio) e per la prima volta scesi anche i volumi di factoring.
6) tassi d’interesse
anche il peso del costo dell’indebitamento non è migliorato nel corso del 2013. Si potrebbe persino concludere che si tratti di un significativo peggioramento considerato che nel corso del 2013 il famigerato spread BTP-Bund, assunto a giustificazione primaria degli alti tassi praticati alle imprese, si è ridotto in modo significativo. Le banche hanno mantenuto elevati i tassi e lo spread tra costo della raccolta e costo dei finanziamenti è aumentato.
7) dipendenza dal sistema bancario
Una seconda zona di speranza grazie esclusivamente al varo delle misure contenute nel decreto sviluppo per favorire la rinascita del canale diretto di finanziamento tra investitori e imprese (non troppo piccole) per emissioni obbligazionarie. Poche le emissioni del 2013, bassi gli importi, ma perlomeno il canale è stato facilitato ed avviato con aspettativesuperiori per il 2014.
8 ) fallimenti e concordati
il bilancio del 2013 è pesantemente negativo come è stato attestato dalle statistiche prodotte pochi giorni fa da CERVED sui primi 9 mesi del 2013: fallimenti in crescita del 12,1% e concordati preventivi addirittura del 91% grazie alla esplosione di richieste conseguente alla nuova normativa sui concordati in bianco. Il perimetro di distruzione del valore, dei crediti incagliati e persi nelle procedure fallimentari è incalcolabile quanto drammatico è l’impatto sul perimetro dei fornitori, spesso di piccola dimensione.
Un bilancio complessivamente negativo che ha accresciuto l’area di disagio e di sofferenza finanziaria della piccola e media impresa. Proprio la stessa piccola e media impresa che continua ad essere vanamente sulla bocca di molti politici e fiancheggiatori della politica, ma che è stata ancora una volta tradita e sacrificata sui tanti altari degli errori di Stato, delle lobby e degli interessi della grande impresa.
Articolo di Fabio Bolognini ripreso dal sito Linkerblog.biz
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