Prestiti bancari in calo in Cina e non solo in Italia

Anche in Cina a quanto pare non se la passano cosi’ bene anche se l’impressione e’ che le nostre banche stiano raschiando il fondo del barile e non facciano credito a nessuno se non per errore! Ricordatevi sempre che c’e’ sempre la bolla immobiliare in Cina che prima o poi dovra’ dare i suoi frutti, almeno per noi che siamo short il mercato.

Le ripetute manovre effettuate dai regolatori cinesi potrebbero cominciare a dare i loro frutti. Da tempo infatti la banca centrale ed il governo di Pechino hanno cercato di limitare il quantitativo di prestiti accordati dalle banche locali a cittadini ed imprese. Ciò al fine di evitare un surriscaldamento dell’economia, e per scongiurare un’impennata dell’inflazione. Ma la quantità di liquidità presente nel sistema continua ad essere molto alta, e i prezzi sono cresciuti ben oltre la soglia massima indicata dallo stesso esecutivo.

Ora però sembra profilarsi una prima inversione di rotta. Secondo le previsioni riportate ieri dall’organo ufficiale Securities Daily, il valore complessivo dei nuovi crediti erogati dagli istituti finanziari cinesi potrebbe essere calato ad agosto a 490 miliardi di yuan, contro i 492,6 miliardi registrati nel mese di luglio. Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, inoltre, il dato risulta in discesa di 7,55 punti percentuali. E da giugno il calo è ancor più marcato: -22,29%. Si tratterebbe – secondo quanto riportato dal sito internet Business China – di una sorpresa anche per la maggior parte degli analisti, che avevano ipotizzato un dato stabile rispetto al mese di luglio.

Va detto, però, che le previsioni di un’altra fonte (la China International Capital Corp.) sono di segno contrario. In questo caso il volume dei prestiti è dato in crescita a 499 miliardi di yuan, e la massa monetaria determinata dall’indicatore M2 potrebbe essere cresciuta di 13,6 punti percentuali rispetto ad un anno prima, nonché del 14,7% rispetto a luglio. Per il Centro per le ricerche finanziarie di Bank of Communication, inoltre, si potrebbero anche superare perfino i 500 miliardi.

Le previsioni ufficiali, dunque, cozzano con le indicazioni degli analisti. Occorrerà verificare se questi ultimi abbiano o meno peccato di eccessivo pessimismo. Se invece avesse torto il governo, ci si potrà invece attendere una nuova stretta sul credito.

Parzialmente ripreso da valori.it