I promotori finanziari? Ormai paragonabili ai financial planner americani. Ne è convinto Carlo Giausa, direttore servizi di investimento di FinecoBank che, in una recente intervista rilasciata a Milano Finanza, ha sottolineato come la figura del promotore finanziario stia “acquisendo anno dopo anno uno status professionale e sociale che da alcuni decenni ha negli Stati Uniti la figura del financial planner”.
Non solo. Secondo Giausa è inutile nascondersi e negare l’evidenza: “la nuova Mifid verosimilmente introdurrà nel mercato europeo, dopo l’esempio anglosassone” un nuovo concetto di consulenza che prevede il divieto delle “retrocessioni delle commissioni da parte della società di gestione a favore del collocatore”.
Un tema che, però, non spaventa FinecoBank che ha chiuso il 2013 con numeri positivi portando, in particolare, la raccolta dei soli servizi di consulenza a parcella oltre i 2,5 miliardi di euro, mentre sul fronte del patrimonio, nel private banking, gli asset hanno superato quota 14,5 miliardi, pari a oltre il 15% del patrimonio complessivo della banca (41 miliardi).
E proprio sul fronte wealth management e consulenza si gioca la sfida 2014 di Fineco: “Continuerà a pieno ritmo il progetto Wealth Advisor Forum, presentato ai 140 wealth advisor della rete Fineco” spiega Giausa. “Sono i più qualificati professionisti, che saranno il riferimento per la clientela di fascia alta, che ha esigenze non solo finanziaria ma anche familiari e personali.
A questi professionisti sono dedicati percorsi formativi su temi come la family governance, l’asset protection e il patrimonio immobiliare”.
Insomma, se ci permettere un nostro personalissimo commento, tutto si deve fare.. tranne la consulenza finanziaria indipendente.
Testo parzialmente ripreso da advisoronline.it a cura di Redazione
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