Mentre la Grecia continua a distrarre i mercati la Francia, l’altro paese leader dell’Unione europea assieme alla Germania, sta vivendo una contrazione dell’economia pari a quella del 2008-2009.
In effetti i numeri delle vendite di auto della Francia di settembre, sono peggiori di quelli del mese di settembre 2008 (il mese del crollo della Lehman).
La lettura delle PMI del paese è tornata ai livelli di aprile 2009. Anche la Banca Centrale francese ha annunciato che il paese potrebbe ri-entrare in recessione prima della fine dell’anno.
Nel corso delle ultime settimane, un grido di allarme è stato lanciato dai dirigenti che avvertono come l’economia francese sia andata pericolosamente fuori strada.
In un’intervista pubblicata il 14 novembre sulla rivista L’Express, Amministratore Delegato Henri de Castries dei servizi finanziari del gruppo Axa ha un giudizio severo sulla politica economica di François Hollande, avverte che il recente piano per la competitività ammorbidisce il dolore e segna l’incapacità francese ad entrare nel XXI secolo. Per Castries la Francia sta rapidamente perdendo terreno, non solo contro la Germania ma contro quasi tutti i suoi vicini europei. “C’è un forte rischio che, nel 2013 e nel 2014, si finisca dietro economie come Spagna, Italia e Gran Bretagna”.
Dice pure che ”la crescita del settore produttivo è soffocata da un eccesso di spesa pubblica”.
Nel mese della consapevolezza francese, il 5 novembre Louis Gallois ha pubblicato un rapporto commissionato dal governo ove si chiede una “terapia d’urto” per ripristinare la competitività francese.
E poco prima, alla fine di ottobre, un gruppo di 98 CEO del Paese, hanno pubblicato una lettera aperta a Hollande scrivendo che la spesa del settore pubblico, che al 56 per cento del prodotto interno lordo è la più alta d’Europa, “non è più sostenibile.”
Otteniamo ulteriore conferma dei grossi guai dei francesi, dalle posizioni del suo principale partner nel sostenere l’Unione europea, la Germania.
Il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble ha chiesto ad un gruppo di consulenti di esaminare delle proposte di riforma per la Francia, preoccupato del fatto che la debolezza nella seconda più grande economia della zona euro potrebbe ritorcersi contro la Germania. Due funzionari anonimi, hanno detto a Reuters che Schaeuble ha chiesto al Consiglio dei “saggi” economici del governo tedesco di prendere in considerazione la stesura di una relazione su quello che la Francia dovrebbe fare.
“Il problema più grande in questo momento nella zona euro non è più la Grecia, la Spagna o l’Italia, è invece la Francia, perché non ha intrapreso davvero nulla per ristabilire la propria competitività, anzi va nella direzione opposta”, ha detto Feld. “La Francia ha bisogno di riforme del mercato del lavoro, è il paese tra quelli della zona euro ove il lavoro funziona meno ogni anno”.
Lato francia, se ne fregano delle critiche dell’Economist e dicono che la vera bomba in Europa è la Germania.
Jacques Attali, saggista e scrittore francese, che in tempi non (ancora del tutto) sospetti, ha presieduto su incarico di Sarkozy la Commissione per il rilancio della crescita, oggi sta lavorando per Hollande a un rapporto sull’«Economia positiva e responsabile».
La Francia non è una bomba a scoppio ritardato in Europa, come ha annunciato l’Economist in copertina?
«La vera bomba a scoppio ritardato in Europa è la Germania, perché il paese è in difficoltà a causa della sua demografia e del suo catastrofico sistema bancario. La Francia ha invece un sistema bancario eccellente e una demografia forte.
L’azione del governo francese finirà per ottenere risultati. A lungo termine, la Germania si troverà in una situazione più difficile della Francia. I media anglosassoni lanciano attacchi scandalosi per distogliere l’attenzione dai loro problemi. La realtà è che il mondo anglosassone, l’economia americana e quella britannica, sono in fallimento».
Articolo ripreso dal sito finanzaelambrusco.it