Quando la va in aria lassa che la vola, quando la va in tera tola

Una simpaticissima analisi finanziaria su cui noi concordiamo in pieno. I non veneti (riteniamo la maggioranza dei nostri lettori) continuino a leggere per afferrare il concetto.

Riprendiamo questo post da Planethotel.net, anche se non concordiamo sulle ottimistiche conclusioni dell’autore, pero’ talvolta e’ giusto ascoltare voci discordanti e capire i loro ragionamenti. Ed e’ un articolo pieno di buon senso che si applica anche alle nostre analisi finanziarie (non sempre, a onor del vero).

Mi tornano in mente le parole di mio nonno: “quando la va in aria lassa che la vola, quando la va in tera tola”. Tola (prendila) quando va a terra… la borsa intendeva il nonno. A prezzi bassi si compra.

Sono ottimista. Posso dire che sono tornato ottimista, perchè fino a due mesi fa non c’era proprio nulla da ridere. Non ne siamo ancora fuori, ma i primissimi spiragli di luce si vedono là in fondo al tunnel.
Quindi è ora di iniziare a fare. E facendo, noi stessi creiamo le condizioni per la ripresa. Inneschiamo il volano positivo. Il primo che inizia, raccoglie di più.

Ecco perchè sono tornato ad essere ottimista.

1. Il quadro globale sta meglio, l’America sta meglio, abbiamo ancora qualche mese da soffrire fino alle elezioni di novembre. Però l’America sta già oggi meglio.

2. Cina e India non peggiorano. Il timore che la crisi occidentale influisse anche sulla produzione cinese finora non ha avuto riscontri. Anche i dati di gennaio dimostrano una ulteriore crescita. Bene così.

3. La Germania va bene. I tedeschi possono tranquillizzarsi e iniziare di nuovo a comprare. E’ vero che non è più come una volta, quando per ogni 100 lire di spesa 9 erano spese per prodotti italiani. Oggi per ogni 100 euro, i prodotti italiani non sono più del 5 percento. Però…. Se la Germania sta bene, tutta l’Europa sta bene. E se l’Europa sta bene può tornare a far vacanza anche da noi.

4. Ripartirà presto la spesa per investimenti in Italia. Perchè siccome le cose vanno malino, lo Stato inizierà a spendere per le aziende. Poi siccome questo governo è fatto da persone serie, e capaci, vedrete che i fondi europei inizieranno a dare i frutti che finora non si sono visti.

5. I privati poco a poco saranno incoraggiati ad investire. Infatti via via che i tassi di riferimento caleranno, i capitali si sposteranno dalla liquidità alle aziende (sopratutto mercato azionario). Come dicono qualli che hanno studiato, bisogna essere selettivi, che vuol dire cercate di non prendervi delle fregature. Qui c’è un solo consiglio (e non ridete) affidarsi alle persone serie. Fate come Rutelli e scegliete un buon tesoriere per i vostri soldi.

6. Sul fronte fregature anche nel comparto alberghiero italiano ce ne sono state molte. Putroppo. Se ne occuperanno i giudici e le banche che via via le iscriveranno a libro. Fregatura 1, valore a libro 70, valore effettivo 33… se va bene vendiamo a 40. Fregatura 2, valore a libro 11, valore effettivo 8, vendiamo il credito a 4. Fregatura 3. Fregatura 4. Ecc. ecc.
Sono fregature perchè non rendono come dicevano i business plan scritti da soloni, a uso e consumo della banca per il finanziamento (quindi quando dovete farvi fare uno studio di fattibilità o un business plan, chiedete una copia di quelli che i vostri interlocutori hanno fatto, ma soprattutto chiedete i bilanci attuali degli hotel effettivamente costruiti) . Sono fregature perchè il valore della terra (o dell’immobile) era gonfiato. Perchè la ristrutturazione era gonfiata. Ecc. ecc. Se avete dei dubbi su dove andassero tutti quei soldi “gonfiati” allora state alla larga dagli alberghi.

MA SONO FREGATURE soprattutto perchè i comuni hanno dato la destinazione d’uso “alla carlona”, perchè al costruttore non importava nulla se l’hotel avrebbe funzionato o no, perchè al potenziale gestore interessava solo il contratto di locazione e poi smettere di pagare l’affitto, perchè giravano finanziamenti pubblici o prestiti bancari con leva al 80-90-100%, perchè in banca non c’è nessuno che capisce qualcosa di alberghiero, e perchè i soloni che facevano i business plan mica potevano ammazzare la gallina dalle uova d’oro, vero?

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Arriviamo alla fine di questa nota.
Sono ottimista perchè vedo dei progetti che ricominciano a girare.
Il telefono ha ricominciato a squillare. Chiaro che prima che queste telefonate si trasformino in mura e lavori passeranno 6-9 mesi… però io vedo i primi segni, là in fondo al tunnel.

REGOLE DA MANDARE A MEMORIA

1. Non credere a chi dice che tanto con un milione e mezzo si fa. Meglio parlare e farsi guidare da persone serie che ti dicono: “Per fare quello che dice lei deve prevedere 2,6 milioni, però se facciamo un buon progetto e lavoriamo bene sulla programmazione, riusciamo a stare dentro i 2,2-2,3 milioni. Con alcune modifiche si arriva a 2,0.” Su come trovare persone serie… Ho detto serie, non simpatiche. Non sempre i simpaticoni sono anche seri.

2. Tra società che prende in affitto e società che gestisce in management io preferisco la seconda, per una piccola ma significativa serie di motivi, che sono disponibile ad elencarvi personalmente. Però insieme, con un vostro commercialista ed un nostro avvocato, si può lavorarci sopra.

3. La location è essenziale. Il prodotto è essenziale. I costi di gestione sono essenziali. La ecosostenibilità è essenziale. Putroppo ci sono prodotti belli e prodotti brutti. Le vie di mezzo non funzionano, cioè sono brutte. Se avete da vendere un prodotto brutto, fatevi una ragione, non potete ricevere quello che vorreste. Probabilmente l’avete pagato poco, e ammortizzato da tempo. Se avete un prodotto brutto in una buona location, bisogna valutare se val la pena di investirci, forse sì.

4. La dimensione. Se gestite personalmente il vostro hotel anche 12 camere possono andare bene. Qualcuna in più forse va meglio. Ma se acquistate per una gestione manageriale, allora va fatto un piano di fattibilità accurato in relazione alla location, perchè se l’hotel è piccolo, il fatturato sarà piccolo, l’utile sarà piccolo.

5. La vendita. Vendere, vendere, vendere. Come in ogni altro lavoro chi ha in mano i clienti vende e guadagna. Ed oggi chi sa usare internet vende di più di chi non lo sa usare.

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Ribadisco qui quello che vado dicendo da tempo. Il prodotto alberghiero italiano è (in generale) inadeguato alle esigenze del cliente, per tutta una serie di motivi, anche per questo stiamo scendendo rapidamente nelle classifiche mondiali. E’ inutile promuoverlo se poi la promessa fatta al cliente non viene mantenuta. Oggi con i social network se avete un hotel brutto le critiche ve lo ammazzano. Se l’avete bello il passaparola lo promuove quasi da solo (una mano di un esperto vi serve sempre). Se è bello lo vendete a 10 o 20 euro in più. Se è brutto siete sempre lì a calare un euro rispetto ai vostri concorrenti diretti. Però se avete un prodotto bello, in un bel posto, ma i fatturati e gli utili non vi convincono allora potrebbe servirvi una piccola mano.

Articolo ripreso da planethotel.net