Si chiamano Cryptodeer, Wolf of Trading, Modefinance – s-peek, Crenway – Borsadelcredito.it e vogliono cambiare il futuro dei soldi con le loro idee.
Sono le 4 startup vincitrici del CheBanca! GrandPrix premiate oggi davanti ad una platea di innovatori, blogger e appassionati di Fin-tech nel corso di Smartmoney, l’evento dedicato appunto al ‘futuro dei soldi’ dell’Innovation week di Roma.
4 startup molto diverse fra loro, per età, esperienza e competenze: si va dai giovanissimi Cryptodeer che studiando il successo dei Bitcoin hanno creato un sistema alternativo e più sicuro per gli scambi di denaro con la loro criptomoneta Tetra; a Wolf of Trading, innovativa piattaforma per trader e banche che già conta 40 dipendenti e ha saputo sfruttare addirittura il celebre film di Di Caprio per attrarre in pochi giorni 2000 nuovi iscritti; c’è chi nasce in università, come Modefinance lo spin off dell’Università di Trieste che offre un servizio di scoring per le PMI ed è già attivissima all’estero, fino a Crenway – Borsadelcredito.it, il primo portale (ad oggi l’unico) che aiuta 500 imprese al mese a ottenere finanziamenti dalle banche.
‘Alla nostra call hanno risposto circa 70 startup, tantissime se consideriamo che in Italia il mercato delle startup Fin-tech è composto da circa 150 realtà – commenta Roberto Ferrari Direttore Generale di CheBanca! – abbiamo impiegato 3 mesi ad analizzarle tutte e scegliere le 14 finaliste che hanno partecipato prima al bootcamp e poi alla finale di oggi. Il nostro obiettivo è duplice: trovare progetti concreti capaci di essere integrati all’interno della nostra banca e lasciarci contaminare da nuove idee, visioni, progetti. Il DNA di CheBanca! è quello della startup e non lo vogliamo perdere. Avere intorno a noi professionisti che ci stimolano sempre a guardare avanti e immaginare il futuro è la chiave per evolvere ed avere successo”.
Stando ai dati disponibili in Italia oggi (fonte Polihub) il mercato delle startup Fin-tech conta circa 150 realtà ma nonostante i numeri ancora ridotti sta destando sempre più l’interesse degli investitori. Nel 2014 sono stati stanziati 7,15 milioni di euro di finanziamenti, registrando una crescita significativa rispetto ai due anni precedenti (12,6 milioni di euro sommando 2012-2013).
“Ciò che abbiamo compreso in quest’anno è che oltre ai finanziamenti alle startup serve potersi confrontare concretamente con le aziende e avere visibilità internazionale oltre che il classico percorso di mentorship – aggiunge Ferrari – Gli incubatori sono già una prima risposta a questo bisogno ma bisogna spingere di più in questa direzione. E non è un caso che il CheBanca! Grand Prix per noi sia un punto di inizio per dar vita a una vera e propria community della startup Fin-tech. Nei prossimi mesi lanceremo nuove iniziative che si rivolgeranno a tutte le 70 startup incontrate con la call e alle nuove che ancora non conosciamo”.
LE STARTUP VINCITRICI E I PROGETTI
Cryptodeer, la startup dei due giovani ingegneri italiani che sfidano Bitcoin
Lorenzo Gavazzeni e Matteo Assinnata (classe 1992 e 1994) hanno fondato Cryptodeer partendo da un’idea: prendere quello che c’era di buono di Bitcoin – trasferire denaro in modo veloce, semplice, sicuro e abbattendo i costi – e metterlo al servizio del settore dei pagamenti.
Se il tallone d’Achille della più nota cripto moneta era quindi il guadagno legato al mining, ovvero all’attività di creazione della valuta stessa, la scelta di Cryptodeer è stata di eliminare del tutto questo aspetto evitando speculazione e volatilità del valore.
I Tetra, così si chiamano le monete alla base del sistema di Cryptodeer, sono disponibili in un numero fisso e sono già stati tutti generati. A un Microtrera corrisponde 1 centesimo, a un Tetra un euro e così via. “Così facendo gli investitori sono meno timorosi”, spiega Lorenzo Gavazzeni. Anche la questione della tracciabilità è stata affrontata diversamente: “Ogni transazione è registrata e tramite i codici seriali è possibile bloccare il singolo Tetra nel caso, molto difficile, in cui venga duplicato o falsificato. Tutto lo storico è accessibile”.
Wolf of Trading, la piattaforma italiana per operatori finanziari che deve i primi 2mila iscritti a Di Caprio
Davide La Spina ha capito fin da giovanissimo che “avrebbe preferito lavorare 12 ore al giorno facendo ciò che gli piaceva piuttosto che passarne 8 in un luogo che odiava”. Ed è con questa passione che è diventato un giovane imprenditore di successo. E la startup neonata è proprio Wolf of Trading, portale per trader e istituzioni (come fondi d’investimento e banche) semplice e trasparente, con grafici e immagini accessibili anche per chi non è un operatore finanziario, che permette di avere informazioni su migliaia di trader e avvisa l’utente anche in mobilità sull’andamento dei propri investimenti.
Ma la vera svolta l’ha segnata il film Wolf of Wall Street: ”Ho proposto un concorso alla casa produttrice 01 Distribution – stava per uscire il film con Leonardo Di Caprio – mettendogli a disposizione la mia piattaforma. Hanno accettato ed è stato un successo. Duemila iscritti in due settimane, i migliori trader avrebbero vinto biglietti per la prima”.
S-peek, la app che valuta i clienti anche per i liberi professionisti
Fondata da Matteo Ciprian e Valentino Pediroda, nasce come spin-off dell’università di Trieste nel 2009. Al CheBanca! GrandPrix hanno presentato S-Peek un’app che valuta le aziende e che si rivolge non solo alle grandi multinazionali ma anche ai professionisti e alle PMI
Con un database composto dalle valutazioni di 20milioni di aziende distribuite in 43 stati S-peek rappresenta un patrimonio di informazioni ideale per una piccola azienda che, per esempio, esporta in Germania, Finlandia e Portogallo e vuole conoscere le condizioni finanziare di un potenziale nuovo cliente che si trova in quel paese.
La versione base di S-peek si può scaricare gratis e, inserendo il nome di un’azienda, fornisce una prima valutazione a modi semaforo. Verde per le società sane, giallo per quelle normali e rosso per chi è in difficoltà. Esistono poi due versioni a pagamento: 0,89 e 14,99 euro. La prima permette di sapere il perché a un’azienda è stato associato un colore (sulla base di un rating associato e un valore fondamentale come il fido commerciale, la solvibilità, la liquidità e la redditività sulla base degli ultimi 3 anni. La seconda da accesso ai 4 fondamentali dati di bilancio degli ultimi 3 anni (per scoprire la dimensione dell’azienda, se produce utili e se ha debiti)
Il prodotto è stato lanciato nel 2012 e ha superato i 25 mila download e le 800mila ricerche con aumenti significati in paesi come Spagna e Germania
Borsadelcredito.it, la startup che aiuta 500 imprese al mese a ottenere finanziamenti dalle banche
Fondata nel 2013 da Alessandro Andreozzi e Ivan Pellegrini, Borsadelcredito.it è il punto di incontro online di banche e imprenditori che cercano un finanziamento per i loro progetti.
Il suo punto forte sta nella possibilità di avere tempi certi di risposta. “In massimo 24 ore forniamo una risposta sulla fattibilità per ottenere un finanziamento” – commenta Lafiosca.
È sufficiente che l’imprenditore vada sul portale e inserisca le sue esigenze (ad esempio 50mila euro per 5 anni), oltre ai dati dell’azienda. A quel punto entra in azione Borsadelcredito.it con procedure automatiche che valutano l’azienda e la sua richiesta. Una volta individuate le offerte più adatte vengono messe in contatto diretto le due parti. Le valutazioni fatte da Borsadelcredito.it si basano sui requisiti commerciali forniti dalle banche partner. ‘Noi, in parole povere, intercettiamo la richiesta e facciamo una prima istruttoria creditizia”.
Sono circa 500 le imprese che ogni mese contattano la startup non pagando nulla, qualunque sia il risultato della richiesta. Clienti di Borsadelcredito.it sono sia imprese giovani che mature e ricalcano la distribuzione delle pmi in Italia: soprattutto Lombardia, Piemonte e Lazio
E il futuro, secondo loro, passa anche attraverso l’introduzione di nuovi elementi qualitativi per fare valutazioni. “Tutto il mondo dei big data e dei social sono ormai fonti indispensabili – aggiunge Lafiosca – Se si presenta un ristoratore al limite degli studi di settore raccogliamo tutti dati dei social che lo riguardano e se non ha nemmeno un post su Tripadvisor da un anno ci poniamo delle domande”. Il modello di business della società è semplice. La startup riceve dalla banca una somma in base alla quantità del prestito “Nessun costo ricade sull’operazione – specifica Lafiosca – la somma prestata non viene intaccata.”
Comunicato stampa ripreso dal sito lamiafinanza.it
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