I risparmiatori italiani, anche quelli più sofisticati e con portafogli ingenti, stanno affrontando una continua battaglia psicologica tra la ricerca di rendimento e la protezione del capitale. E’ questa la fotografia dei cosiddetti investitori affluent e High Net Worth scattata dall’indagine di Natixis Global Asset Management(NGAM) condotta a livello internazionale che ha coinvolto 5.950 investitori di 14 paesi diversi, di cui ben 500 in Italia.
Il sondaggio rivela, inoltre, come i risparmiatori, anche quelli con patrimoni ingenti, non abbiano obiettivi finanziari ben definiti, mostrino una non adeguata conoscenza e non abbiano dei piani per aiutarli a rispondere alle esigenze future. Dall’altro lato, gli italiani si stanno rivolgendo sempre più ai consulenti finanziari rispetto a quanto registrato negli altri paesi. La ricerca, infatti, sottolinea il bisogno di un’adeguata consulenza e l’importanza di promotori e consulenti finanziari nel migliorare la propria pianificazione e conoscenza finanziaria.
A oltre cinque anni dallo scoppio della crisi finanziaria, i risparmiatori rimangono ancora cauti e timorosi. La forte ripresa dei mercati ha parzialmente ridotto la paura tra i risparmiatori, anche se questo non vuol dire che essi siano disposti ad assumersi più rischio. A prescindere dall’andamento dei listini e nonostante il momento positivo sui mercati, i risparmiatori rimangono prudenti. Gli europei sembrano più sensibili alla volatilità registrata negli anni recenti, il 50% in più degli americani.
In Italia, i risparmiatori sono profondamente combattuti. Mentre il 63% afferma che la crescita della ricchezza rappresenta una priorità rispetto alla protezione del capitale, il 66% è disposto ad assumersi solo un rischio minimo, anche se ciò significa sacrificare il rendimento. E ben il 75% continua a scegliere la sicurezza rispetto alla performance.
Complessivamente, quindi, il 70% dei risparmiatori italiani afferma di essere combattuto tra la ricerca di rendimento e la protezione del capitale. Come conseguenza, molti investitori non riescono a perseguire adeguatamente la crescita della ricchezza, mettendo quindi a rischio i propri obiettivi di lungo termine.
Un altro tema centrale evidenziato dal sondaggio è che i risparmiatori sono maggiormente interessati ai propri obiettivi rispetto ai benchmark di mercato, che invece la maggior parte degli asset manager utilizzano come misura del risultato.
I risparmiatori italiani che valutano il loro andamento in base al raggiungimento dei loro obiettivi sono circa più del doppio (45%) rispetto a quelli che si basano sui benchmark di mercato. Ben il 77% sarebbe felice di raggiungere i propri obiettivi, anche se questo significa sottoperformare il mercato, e il 68% stabilisce un obiettivo di rendimento indipendentemente dall’andamento dei mercati.
I risparmiatori in Italia ritengono di aver necessità di un rendimento medio annuo dell’8% (sopra l’inflazione) per poter raggiungere i propri obiettivi finanziari, un dato ben al di sopra del rendimento medio dei mercati registrato negli ultimi cento anni. Questa aspettativa alta e non realistica è in netto contrasto con il comportamento dell’investitore e la sua nota avversione al rischio.
Questo non vuol dire che i risparmiatori ignorino le sfide che li aspettano, visto che molti sono ben consapevoli che essere troppo prudenti li può penalizzare nel momento in cui desiderano andare in pensione, infatti il 63% degli italiani cita la crescita del capitale come una priorità (il dato a livello globale è del 67%).
Più di tre risparmiatori italiani su cinque (61%) non hanno obiettivi ben definiti e ben il 69% non ha un piano finanziario per raggiungerli. Il 44%, inoltre, riconosce di avere necessità di una migliore conoscenza finanziaria. Questo spiega perché il 79% degli italiani investe solo in prodotti che può comprendere.
Qual è quindi la via che può aiutare i risparmiatori a raggiungere i loro traguardi? Quando è stato chiesto cosa può aiutarli maggiormente in tale ricerca, il 44% degli italiani intervistati cita appunto la necessità di una più adeguata conoscenza finanziaria e il 68% ritiene che un approccio tradizionale non sia più il modo migliore per ottenere rendimenti.
Questo conferma il ruolo chiave della consulenza finanziaria. I risparmiatori italiani si stanno rivolgendo sempre più verso consulenti professionali che li possano guidare verso il raggiungimento dei risultati di investimento desiderati. Il 72% degli intervistati italiani utilizza in qualche modo un consulente (la percentuale più alta registrata a livello globale), un aumento rispetto al 70% del 2013.
Articolo ripreso da advisoronline.it
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