La rivoluzione FinTech deve ancora iniziare

Il FinTech ha aperto il settore bancario all’innovazione e alla competizione, con opportunità enormi per l’utente finale. Molte delle funzioni che un tempo erano svolte da persone oggi diventano automatiche oppure rese disponibili all’utente finale che può controllare le proprie finanze direttamente attraverso la tecnologia. Questo non significa che le banche scompariranno, ma che dovranno rivedere il proprio ruolo e come lo svolgono e che avranno difficoltà ad imporre certi livelli di servizio ingiustificati agli utenti più smart.

Il cambiamento sarà trainato soprattutto dalla domanda generata nei prossimi anni dai Millennials e dagli utenti evoluti di ogni età, che non frequentano più le filiali «fisiche» delle banche e optano per canali di contatto solo tecnologici. La libertà di poter scegliere tra servizi innovativi in concorrenza tra loro darà più potere alla clientela e questo è destinato ad aumentare con l’evoluzione regolatoria. Con la PSD2 (Payment System Directive 2) dell’unione europea si potranno infatti collegare al proprio conto applicazioni di soggetti diversi dalla propria banca e questo creerà una vera e propria rivoluzione. Mentre tutte le altre industrie sono state profondamente modificate dal digitale nei passati 10-15 anni (pensiamo solo al commercio, alla musica o ai film) questo non è realmente avvenuto nel mondo bancario. Nei prossimi 10 anni recupereremo il tempo perduto.

SOLDO: UN ESEMPIO DI INNOVAZIONE

Internet ha abituato i consumatori a non pagare molti dei servizi che ricevono, con le aziende, invece è più semplice: alle imprese interessa migliorare i processi, aumentare i margini e se un servizio permetto loro di farlo, investono”. Carlo Gualandri, fondatore e ceo di Soldo, guarda con qualche dubbio al futuro del fintech che oggi invade sotto forma di app tutti gli smartphone: “Penso a tutti gli strumenti di pagamento e sono curioso di capire come intendono guadagnare. Il costo industriale di una transazione, per esempio, non potrà mai essere più basso di Mastercard e Visa, quindi devono pensare ad altro. Ma ancora non è chiaro cosa sarà e per il momento tanti aumentano le perdite al crescere dei loro clienti.

Soldo nasce con l’obiettivo di automatizzare la gestione delle spese sostenute dai dipendenti per conto dell’azienda, dalle trasferte di lavoro al supporto alle attività operative. “La compilazione delle note spese – spiega Gualandri – ha un costo elevato in termini di tempo perso. Possiamo dire che oscilla tre i 5 e i 20 euro al mese a dipendente. Si tratta di tempo pagato, ma sottratto alla propria attività principale”. La quantificazione non è semplice, ma la compilazione manuale di una note spese a cui vanno allegati fatture e scontrini si presta a numerosi errori.

Per accelerare la crescita l’imprenditore ha lanciato un nuovo round di finanziamento da 25 milioni di euro: una volta consolidato il mercato italiano e inglese, gli sforzi si concentreranno su Germania, Francia o Spagna, a meno che le sirene in arrivo dagli Stati Uniti non siano più forti. “Portare in America Soldo sarebbe una sfida enorme e richiederebbe investimenti molto altri, il mercato del fintech è tutto li – prosegue Gualandri -. La propensione agli investimenti e alla spese in innovazione degli americani non ha paragoni”. Dal punto di vista tecnico, uno dei maggiori vantaggi di Soldo è rappresentato dalla facilità di integrazione con tutti i principali software di contabilità, che rende meno faticoso e più veloce il processo di riconciliazione delle spese di fine mese. “Dal punto di vista delle aziende, ma anche dei dipendenti, il tempo risparmiato ha un valore enorme”.