Seduta incandescente, la penultima della legislatura, per il consiglio di Brenzone. Lo scontro, a tratti con toni feroci da parte della minoranza Brenzone 2009, si è aperto subito per la «mancanza della dichiarazione di voto della minoranza alla delibera sul bilancio della seduta precedente».
Più che la maggioranza, l’opposizione guidata da Aldo Veronesi ha bacchettato il segretario comunale che, «in molte altre occasioni, non ha trascritto correttamente ciò che si dice o non ha allegato documenti alle delibere».
Ma il caos vero, durato oltre un’ora, è divampato per Campo. l’amministrazione del sindaco, Giacomo Simonelli, pochi giorni fa ha completato l’iter dal notaio per l’acquisizione della proprietà dell’intero borgo medievale. I ruderi delle case, il castello, il frantoio e tutti gli annessi sono oggi di proprietà del comune. Una «permuta» del valore di «poco più di 4 milioni e 300 mila euro, secondo i conti della maggioranza ma, in realtà, di ben più alto valore per il privato», hanno puntualizzato dalla minoranza.
L’accusa di Aldo Veronesi e del collega Giancarlo Devoti è duplice: «Aver favorito la società privata originariamente proprietaria di Campo che, in cambio della cessione, ha avuto la possibilità di edificare in una zona, Cave di Pietra, molto più prestigiosa», e poi quella di «votare oggi una delibera nulla». l’assessore Dina Veronesi aveva infatti proposto di «cedere gratuitamente, e in modo inalienabile, alla Fondazione Campo, nata per favorire il recupero del borgo, tutti gli immobili e annessi di proprietà del comune. In caso di mancato recupero del borgo, tutto tornerà al municipio senza esborsi», come lo stesso assessore ha chiarito.
Sulla decisione però Brenzone 2009 ha sparato a zero sulla maggioranza. «Quattro tra consiglieri e assessori», ha detto Aldo Veronesi, «sono soci partecipanti della Fondazione Campo. Non possono quindi votare il passaggio di beni dal comune alla Fondazione perchè c’è conflitto di interessi». Il sindaco, prima di astenersi dal voto «in quanto presidente della Fondazione Campo, che è una onlus e annovera tra i soci anche la Provincia, la Regione, la Comunità del Garda ed altri ancora», ha ricordato come «i quattro di maggioranza si siano già dimessi da soci della Fondazione».
Agli atti però non cerano le lettere di dimissione e i due di Brenzone 2009 hanno lanciato pesanti accuse alla maggioranza di «non voler fornire tutte le carte» e, soprattutto, di «votare una delibera nulla, secondo quanto a nostra conoscenza». Dal canto loro, Dina Veronesi, Davide Benedetti, Piero Sabaini e Ruggero Prova, i quattro di maggioranza, soci della Fondazione, confermavano di aver già presentato le dimissioni. Ma ciò non è bastato a placare gli animi. «Questa è un’operazione deleteria», ha tuonato ancora Aldo Veronesi, «e la maggioranza ha fatto solo l’interesse del privato, che ha beneficiato della operazione. Inoltre, non esiste un vero progetto su Campo, né una previsione di spesa, se non un programma di come recuperare il borgo, fatto dal Politecnico di Milano oltre quattro anni fa».
«È un progetto, il nostro», ha replicato Dina Veronesi, «che si vedrà nel tempo. Noi ci crediamo molto, da quattro anni ci lavoriamo e abbiamo fatto tutto in buona fede, nessuno ha interessi e tutto è stato fatto secondo la legge e i pareri degli uffici». Alla fine, Aldo Veronesi e Devoti, come il sindaco, sono usciti dall’aula e la cessione degli immobili di Campo dal comune alla Fondazione è stata approvata con i sette voti della maggioranza.
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