Creatività professionale, creatività finalizzata, creatività libera e selvaggia. Di idee creative ne ho almeno un paio a settimana e da qualche tempo a questa parte trascorro molto tempo discutendo con persone che vogliono avviare una nuova impresa. Molti di loro basano il loro progetto su idee creative e originali e si interrogano su come trasformarle in realtà.
La prima cosa che dico loro è che nello stesso istante in cui hanno concepito l’idea in questione, non importa quanto ricca di creatività, ci sono almeno altre 149 persone nel mondo che hanno avuto la stessa idea, nello stesso istante. E che anche quelle 149 persone stanno, proprio in quel momento, parlando delle loro idee creative con qualcuno come me per cercare di realizzarle.
In generale la reazione del mio interlocutore non è particolarmente positiva.
150 scintille di creatività, nello stesso istante
“Perché sottovaluti in questo modo la mia idea?”, pensa lui mentre gli parlo. Ed ecco che mi trovo a dovermi spiegare meglio.
La nostra creatività non è mai solipsistica. Il nostro cervello elabora le informazioni che assorbe dall’esterno e le associa sulla base di una combinazione delle proprie esperienze, delle proprie attitudini e dei segnali che gli invia l’inconscio. I fatti di cronaca e i libri che si studiano, le conversazioni con gli amici e i post che si leggono su Facebook, tutto concorre a stimolare il nostro cervello a sviluppare idee creative. La creatività altro non è che il nostro modo personale di creare collegamenti fra queste quattro componenti: le sollecitazioni esterne, il nostro background di conoscenze, la nostra situazione psicologica e il nostro subconscio.
Ora, indipendentemente da quanto ci faccia piacere pensarlo, siamo tutti molto più simili agli altri di quanto crediamo. Ogni essere umano è unico, ma allo stesso tempo assomiglia moltissimo a un enorme numero di suoi simili. Quindi, a fronte di una sollecitazione esterna, moltissime altre persone reagiranno nel nostro stesso identico modo. E a fronte di due o più sollecitazioni (che insieme generano la creatività) una percentuale più bassa (ma comunque rilevante di esse) creerà la nostra stessa associazione mentale. Naturalmente ci sono sempre il background culturale e l’inconscio a differenziarci. Ma come dicevo, molte persone hanno un patrimonio d’informazioni e meccanismi dell’inconscio simili ai nostri.
Quindi, sebbene il numero si restringa, quando concepiamo idee creative altre persone, che non conosciamo, hanno avuto la nostra stessa illuminazione.
La teoria delle 150 idee creative contemporanee
Quante? Impossibile dirlo, almeno per me. Ma proviamo a fare un gioco di approssimazione.
Nel mondo abitano 6,9 miliardi di persone. Una delle quali sei tu. Evidentemente, non tutti sono sottoposti agli stessi stimoli esterni. Se tu hai letto ieri qualcosa, quante altre persone l’avranno saputo, o lo sapranno a breve? Tutta la popolazione mondiale che ha accesso a un giornale, a una televisione satellitare o a Internet. Diciamo 2 miliardi?
Se poi tu, perché sei appassionato di tesori nascosti e perché sei avventuroso, hai scoperto su Internet che c’è un sito che raccoglie informazioni proprio sui tesori nascosti, forse ti verrà un’idea creativa (quale non lo so: è la tua idea). Questo restringe il cerchio drasticamente. Quante persone, di quel miliardo, sono avventurose come te? il 15 per cento? E siamo a 150 milioni. Quanti di questi sono appassionati di tesori nascosti? Il 5 per cento? Arriviamo a sette milioni e mezzo di avventurieri e appassionati di tesori che hanno probabilmente acquisito le due informazioni che ti hanno fatto venire l’idea.
Ora, quanti di loro hanno un background culturale molto simile al tuo? C’è che fa il medico, chi il venditore ambulante. Chi ha 60 anni e chi le ha 12. Ipotizziamo che siano il 2 per cento, il che restringe il cerchio a 150 mila persone nel mondo che potrebbero aver avuto la tua stessa idea creativa. Sono tante? In effetti sì. E infatti in realtà sono molte di meno, perché non abbiamo ancora introdotto nell’equazione inconscio e psicologia. Quanti di loro vivono un momento della propria vita che li induce alla creatività, magari perché sono insoddisfatti del proprio matrimonio o perché hanno ereditato una casa in Toscana? Azzardiamo un 10 per cento. E quanti hanno un subconscio tanto simile al tuo da condurli alla tua stessa idea creativa? Pochi senza dubbio: forse l’uno per cento.
La tua creatività non è mai solitaria. Ed è un bene
Il che mi porta a dirti che 150 persone hanno avuto la tua stessa idea creativa. Non qualcosa di simile: proprio la stessa! Sottrai te stesso e arriviamo giusto giusto a 149.
Si è trattato di un gioco, naturalmente. Le percentuali me le sono inventate, anche se mi sono sforzato di essere quanto più logico possibile. Ma il punto non è il numero esatto di persone che condividono la tua stessa creatività. Il punto è che senza ombra di dubbio tu non sei solo.
Un pensiero deprimente? Al contrario! L’umanità è un organismo pulsante e straordinariamente creativo, che vibra all’unisono quando riceve sollecitazioni comuni.
Sapere che la mia stessa creatività è condivisa da altre persone mi trasmette un senso di appartenenza che mi piace.
Articolo ripreso dal sito thebizloft.com