Evitare di costruire e di abitare in zone ad alto rischio sismico o di inondazioni, così come sottoposte a forme di dissesto idrogeologico, costituisce l’unica strategia per difendersi realmente dalle catastrofi naturali. E per scongiurare costi altissimi legati ai danni.
Lo sanno bene le compagnie d’assicurazione di tutto il mondo, costrette a far fronte in modo sempre più pesante alle spese legati alle calamità che sempre più spesso si abbattono sulle popolazioni, anche a causa del cambiamento climatico.
Così questa mattina il riassicuratore Swiss Re ha stimato in 600 milioni di dollari (circa 450 milioni di euro) il costo totale che dovrà sostenere per le recenti inondazioni che hanno colpito la Thailandia.
Il gruppo ha spiegato in un comunicato che la stima è più alta rispetto a quanto previsto inizialmente, e che è ancora suscettibile di variazioni (ciò nonostante, il bilancio nel quarto trimestre dovrebbe chiudersi comunque in positivo).
La catastrofe ha causato 500 morti, distrutto l’economia del Paese e bloccato migliaia di imprese. I siti produttivi risultano ancora paralizzati in numerosi settori, compresi quelli dell’auto e dell’elettronica, vitali per il sistema locale.
Di qui il conto salatissimo per le assicurazioni: se Swiss ha indicato le proprie cifre, le concorrenti Munich Re e Allianz non si sono ancora espresse nello specifico.
Testo ripreso da valori.it