Abituati ad un settore come la finanza, dove oramai raramente si guarda oltre un orizzonte temporale di tre – sei mesi, ci fa piacere pubblicare un articolo su un settore dove i tempi di reazione e di investimento si misurano in decenni (!). Rinfrescante ed istruttivo.
La cancellazione di tre voli di AirFrance – KLM da Malpensa per riposizionarli su Milano Linate ha riaperto un’antica discussione. Tale spostamento è stato visto come l’ennesimo fallimento dell’aeroporto varesino a causa della non chiusura dello scalo Forlanini. Il city airport milanese deve essere chiuso per permettere la creazione di un hub su Malpensa? Anche nel settore aeroportuale è possibile la concorrenza?
Molte voci di critica si sono levate dopo che la compagnia francese ha deciso di spostare i voli parigini a Linate. Tale decisione è del tutto logica, perché il city airport è molto più comodo rispetto allo scalo varesino e permette non tanto un riempimento maggiore degli aeromobili, quanto una crescita dello yield, vale a dire i ricavi per passeggero chilometro trasportato.
Nonostante questo, lo scalo di Malpensa, dopo il dehubbing di Alitalia ha continuato a crescere grazie ad una strategia di sviluppo del punto a punto. Nel corso dei quattro anni, successivi alla decisione dell’ex amministratore “Prato” di chiudere l’hub di Malpensa di Alitalia, non solo sono arrivate nuove compagnie che hanno attivato voli intercontinentali, ma Easyjet, la seconda compagnia low cost europea, ha sviluppato un network molto esteso (oltre cinque milioni di passeggeri annui).
Nel corso dell’ultimo triennio, Lufthansa ha provato a sviluppare un sistema di hub and spoke nello scalo di Milano Malpensa. Tuttavia, quest’anno, poco prima delle elezioni comunali, la compagnia tedesca ha deciso di chiudere questo esperimento. I dati a disposizione sembrano mostrare che Lufthansa subiva una concorrenza molto forte da parte di Easyjet su determinate rotte, e il load factor non era così elevato come quello della compagnia inglese.
Tale esperimento è dunque venuto meno e lo scalo di Malpensa si trova ancora una volta a ripartire con una strategia point to point.
Molti critici di Linate affermano che lo scalo milanese sia il vero colpevole del mancato rilancio di Malpensa. La cancellazione del city airport provocherebbe per decisione politica la chiusura di uno scalo da 9 milioni di passeggeri, solo per cercare di creare un sistema di hub and spoke su Malpensa.
In questo modo si ridurrebbe la concorrenza, decisione già adottata da altri paesi europei quali la Francia, dove i diversi Governi hanno sempre deciso di puntare sul champion national per sviluppare il trasporto aereo.
La conseguenza è che la Francia è stata superata dall’Italia per numero di passeggeri intra-europei dal momento della liberalizzazione, poiché il mercato francese è quello che meno si è sviluppato nel corso dell’ultimo quindicennio tra i grandi paesi.
Bisogna dunque decidere se l’Italia vuole sviluppare l’interesse di creare un champion National o quello di tutti i viaggiatori, che magari preferiscono andare a Malpensa ed utilizzare Easyjet o a Bergamo per usufruire delle tariffe di Ryanair.
Bisogna oltretutto appuntare che l’Italia non ha un grande operatore aereo; Alitalia trasporta meno di un terzo dei passeggeri Ryanair e di AirFrance – KLM, mostrando quindi di essere un vettore regionale.
Linate è un aeroporto limitato per legge in tema di movimenti orari. La limitazione dei 18 voli orari, decisi per legge ormai un decennio orsono, derivano dalla volontà di sviluppare la fusione tra KLM e Alitalia. Ormai un’altra epoca del trasporto aereo.
Linate potrebbe essere privatizzato e messo in concorrenza con Malpensa, anch’esso privatizzabile dal Comune di Milano.
Nel settore aeroportuale è recente la decisione inglese di separare la proprietà degli aeroporti nell’area londinese e quella scozzese. BAA è stata costretta a vendere alcuni “gioielli” perché ritenuta monopolista in queste due aree, dimostrando che anche nel settore aeroportuale è necessaria una sana competizione.
Bergamo è diventato il quarto scalo italiano grazie alla capacità di intercettare i desideri dei consumatori e alla capacità di Ryanair di cambiare il mercato del trasporto aereo. Anche il trasporto aereo è un mercato, anche se troppo spesso rimane una visione statalista dello stesso.
Da Chicago-Blog.it