Un grande default in arrivo per tutti i PIGS

Vi presentiamo un articolo vecchio di un paio di mesi da parte di uno dei nostri commentatori preferiti, Gary North.

Pare anacronistico in questi giorni.. tutta l’Europa e’ stata salvata e tutto va bene. Eppure, noi non ne siamo cosi’ convinti e quindi rimaniamo della nostra idea molto catastrofista. Come sempre il mercato ci dara’ la risposta.

Se la situazione dei debiti sovrani dei governi in Europa è in qualche modo vicino ad una soluzione economica finale, perché i capi di Germania e Francia continuano ad incontrarsi? Questi incontri si stanno facendo più frequenti.

Perché tutti gli altri precedenti incontri non hanno risolto il problema del debito dei PIIGS?

Quale dichiarazione di pubbliche relazioni si aspettano che generi stabilità finanziaria per i PIIGS?

Quale nuovo programma suggeriranno, solo per essere sconfessato come impraticabile dalla Banca Centrale Europea e poi adottato una settimana o due dopo la smentita ufficiale?

Quale programma proporranno mai ai loro rispettivi parlamenti, affinché sia dibattuto apertamente di fronte agli elettori? Nessuno, dite? Capisco. Proprio come prima.

Quale opportunità sarà data agli elettori in Francia e specialmente in Germania per esprimere il loro punto di vista sul nuovo programma? Nessuna, dite? Capisco. Proprio come prima.

Quale indicazione vedranno gli investitori che un qualsiasi nuovo programma non sarà solamente un altro cerotto?

Quale programma, oltre quello di più spesa a deficit da parte di Francia e Germania per prestare più denaro ai PIIGS, sarà mai annunciato da uno di questi incontri?

Quale soluzione, oltre a quella degli acquisti degli IOU dei PIIGS da parte della BCE, sarà mai presentata?

Cosa sarà mai suggerito, se non più della stessa cosa?

Quale prova sarà mai presentata per cui l’ultimo giro di più della stessa cosa non sarà seguito in poche settimane o mesi o anni da ancora più della stessa cosa?

Come sempre, gli investitori sognano una soluzione economica finale. Continuano a ritornare, come un cane sul proprio vomito, nei mercati di capitale, euro in mano, per entrare nel boom che sta per partire – deve partire – a causa dell’infusione finale di capitale, dell’espansione finale della base monetaria, dell’ultimo giro di più della stessa cosa.

UNA RECESSIONE CON UN QUALSIASI ALTRO NOME

Il New York Times ha pubblicato un articolo di due corrispondenti in Europa sul se l’Europa si stesse muovendo in una recessione. E’ ovvio dai numeri ufficiali che sta accadendo ciò, ma un’ammissione aperta di questa notizia sarebbe ovviamente non professionale.

L’articolo inizia con una storia d’interesse umano di un certo Inglese sotto pressione la cui piccola compagnia ha licenziato i lavoratori. La compagnia installa sistemi di riscaldamento per le case. In questi giorni, non c’è molto da costruire in giro. Il proprietario dice che è il mercato più duro che abbia mai visto.

Accade che i sistemi di riscaldamento si rompano. Devono essere sostituiti. Le persone hanno ancora bisogno di riscaldarsi l’inverno. Ma vendere sistemi di riscaldamento in estate è difficile. L’azienda dovrebbe promuovere sconti per installare i sistemi di riscaldamento. E’ difficile venderli. La maggior parte delle persone non si affida alla stufa elettrica in estate. Lo fanno quando inizia a far freddo ed alcuni scoprono che non funziona. Chiamano il riparatore. Potrebbe tentare di vendere loro un nuovo sistema.

Ho capito il loro punto principale. L’insudtria delle nuove costruzioni negli immobili è in coma. E’ in coma anche negli Stati Uniti. La bolla è scoppiata e non volerà di nuovo prima di una inflazione di massa.

Ma le economie moderne sono economie di servizio fino ad un punto che non percepiamo. Anche questo settore sta rallentando. I numeri ufficiali dell’economia generale sono pessimi.

In Francia, la seconda economia più grande nell’Unione Europea dopo la Germania, la crescita si è arrestata da tre mesi sin da Giugno, secondo le cifre ufficiali. Nel frattempo, la produzione industriale nelle 17 nazioni dell’area euro è scesa dello 0.7% a Giugno al paragone di Maggio, più di quanto gli analisti avessero previsto.

Martedì, gli economisti si aspettano un rapporto sull’attività dell’area euro per mostrare che il PIL è rallentato allo 0.3% nel secondo trimestre, dallo 0.8% nei primi tre mesi dell’anno.

Quando il PIL è allo 0.3%, l’economia è tranquillamente in recessione. Gli errori statistici nel campionamento ci possono stare. Un’economia che sta rallentando, ma che è già allo 0.3%, si sta dirigendo in una recessione.

L’articolo ammette che ci sono recessioni in Grecia e Portogallo. Segue la linea di partito Keynesiana. Incolpa le misure d’austerità. Anche se questa affermazione fosse vera, queste non sono vere misure d’austerità. Nessuno al potere in Europa suggerisce che questi governi possano o dovrebbero bilanciare i loro budget quest’anno, per non parlare di gestire eccedenze fiscali per ripagare i loro debiti lentamente nel tempo. Oh, no. Niente di così radicale. Ma ancora c’è austerità paragonata ad un anno fa.

AUSTERITA’ ED ALTRI MITI

Gli autori hanno spinto la tesi che la recessione è dovuta alle misure d’austerità imposte ai PIIGS dal nord.

Le misure d’austerità del governo hanno tagliato il consumo in paesi come l’Irlanda e l’Italia, e lo stringimento della cinghia si sta diffondendo. Il Presidene della Francia Nicolas Sarkozy, in un tentativo di rassicurare gli investitori di bond che il paese puà ripagare il proprio debito, ha detto la settimana scorsa ai suoi ministri di budget e finanza di ideare nuove misure per tagliare il deficit di budget al 3% del PIL entro il 2013, da un 5.7% proiettato quest’anno.

Il problema non sono le (assurdamente chiamate) misure d’austerità, contrariamente a quello che dice la stampa finanziaria, che è Keynesiana fino al midollo. Il problema va molto più in profondità: la fine dei giochi per il Keynesianismo.

Il gioco Keynesiano è stato quello di spendere, spendere, spendere: tassare, prendere in prestito e stampare. Ciò non funziona più. Sta infatti visibilmente fallendo.

Ora gli uggiosi politici Keynesiani in Europa settentrionale si stanno chiedendo se i radiosi politici Keynesiani dell’Europa meridionale (e dell’Irlanda) taglieranno la spesa del governo, ovvero rallenteranno il tasso di crescita della spesa del governo. Perché? In modo che i PIIGS spensierati possano pagare l’interesse sui loro debiti alle banche dell’Europa settentrionale. Qual’è la ricompensa offerta dal nord affinché il sud cambi? Prestiti facili dai governi dell’Europa settentrionale, dalla BCE e dal FMI. Affinché vengano usati per cosa? Per pagare l’interesse alle banche. E qual’è il risultato? Maggiore debito. Con quali conseguenze? Interessi sul debito ancora più grandi verso le banche settentrionali.

Capito come stanno le cose? La frase chiave è “pagare l’interesse alle banche dell’Europa settentrionale”.

Questo è il significato della cosiddetta austerità: un’austerità per i governi e pertanto anche per i loro cittadini che sono dipendenti dal finanziamento del governo. Sono un sacco di persone. Resistono a questa austerità. Votano in blocchi. I politici li temono. Quindi, non c’è una austerità reale. Non ci sono eccedenze del governo per ripagare i debiti esistenti. Sta avendo luogo l’esatto opposto nei PIIGS. I governi settentrionali, il FMI e la BCE stanno prestando loro denaro, in modo che possano vendere IOU aggiuntivi.

C’è un grande baccano sollevato dagli economisti Keynesiani contro qualunque misura d’austerità.

Molti economisti mettono in guardia che le misure d’austerità potrebbero essere controproducenti rendendo le persone spaventate per la disoccupazione e timorose nello spendere. “L’austerità è diventata il problema, non la soluzione”, ha detto Ian Harnett, un amministratore delegato della Absolute Strategy Research. “Se io risparmio va bene. Anche se tu risparmi va bene. Ma se tutti risparmiamo non va bene.”

I Keynesiani disprezzano il risparmio, per il quale intendono l’investimento nel settore privato. Amano il risparmio quando vuol dire acquisto dei bond del governo. Questo, loro chiamano investimento. Pensano al risparmio privato come a qualcosa che escluda il vero investimento, che è la spesa del governo. Si oppongono al rispamio privato, poiché riduce il consumo e le vendite dei bond del governo.

Ma l’austerità del governo riduce il consumo? No. Il denaro che sarebbe stato prestato al governo è ora o prestato al settore privato oppure speso in beni di consumo. Deve andare da qualche parte, dopo tutto. Se finisce in investimenti nel settore privato, il denaro sarà speso in beni di produzione.

Lo spostamento nell’allocazione del capitale dall’acquisto di bond del governo al settore privato cambia la struttura della produzione: la gamma dei prezzi. Fa sembrare i vecchi investimenti siocchi – proprio come la bolla immobiliare. Ma non riduce il consumo generale. Cambia solamente il flusso delle entrate della nazione. Per chi ne ha la possibilità cambierà molto, ma ognuno prenderà qualcosa. Quello che non spende il governo, lo spondereanno i partecipanti privati.

Per finanziare il deficit del governo sono richiesti dei risparmi. I Keynesiani sono sempre a favore della spesa del governo, con o senza deficit, ma preferibilmente con. Vogliono che la spesa del governo escluda la spesa privata. Più il PIL di una nazione è basato sulla spesa del governo, più li piace. Più la spesa privata è oggetto della spesa del governo, più quei consumatori saranno dipendenti dal governo.

Questo è il gioco Keynesiano. Lo è sempre stato. E’ fascismo – lo stato corporativo – mediante il furto poco alla volta. E’ fascismo del sistema di acquisto rateale. Ecco perché Keynes scrisse ciò nella Prefazione all’edizione Tedesca del 1936 della sua General Theory.

La teoria della produzione aggregata, che è il punto del seguente libro, può essere più facilmente adattata alle condizioni di uno stato totalitario [eines totalen Staates] rispetto alla teoria di produzione e distribuzione di una data produzione messa sotto condizioni di libera competizione e di maggiore laissez-faire. Questa è una della ragioni che giustifica il fatto che io chiami la mia teoria una teoria generale. Dal momento che è basata su minori ipotesi rispetto alla teoria ortodossa, si può accomodare molto più facilmente a più ampi campi di condizioni variabili. Sebbene l’abbia, dopo tutto, concepita dalle condizioni prevalenti nei paesi Anglosassoni dove ancora prevale un grande livello di laissez-faire, nondimeno rimane applicabile a situazioni in cui la gestione dello stato è più pronunciata.

Se ci fosse vera austerità – una riduzione della spesa del governo per almeno il 30% – il settore privato si dovrebbe aggiustare ad un mondo in cui gli elementi economicamente produttivi, non quelli che ricevono sussidi dal governo, guidano sempre di più le loro economie.

I costi economici per favorire questa transizione sarebbero alti. Il capitale non è omogeneo. Non sono cifre su un bilancio; è una struttura degli strumenti della produzione esistente. E’ stato allocato erroneamente a causa dell’interferenza Keynesiana nell’economia per sei decenni. Il capitale odierno deve essere ri-prezzato e ri-allocato. Ci sarebbe una crash della borsa, non appena il capitale sarebbe ri-allocato. Gli strumenti odierni sono prezzati in termini di spesa del governo. Questo è il beneficio dell’austerità: un cambiamento verso una maggiore produttività del settore privato. Avverrebbe ad un costo.

LA SOLUZIONE

La soluzione per le economie dei PIIGS è la stessa per tutte le economie: tirarsi fuori dalla trappola del debito del governo, non contrarre più debito. Ma il Keynesianismo è basato sul debito finanziato dal governo. Così, non c’è alcuna soluzione per i Keynesiani, a parte più della stessa cosa.

La recessione in due o tre piccole nazioni PIIGS punta al futuro delle esportazioni Tedesche. L’autore avverte: “Risultati peggiori di quelli attesi da compagnie come Daimler, Deutsche Bank e Siemens nell’ultimo mese hanno rafforzato la percezione che lo straordinario boom della Germania sia vicino alla fine.” Infatti! Ciò perché è veramente vicino alla fine.

Tuttavia la Merkel si è ancora una volta sentita obbligata ad organizzare un’altra delle sue famose sessioni gorgoglianti con Sarkozy. Ci si aspettava ancora una volta che rassicurasse che il governo della Germania sarebbe corso in aiuto.

Quante volte la Germania dovrà correre in aiuto? Quante volte la Merkel scriverà un assegno dai conti bancari personali dei contribuenti Tedeschi prima che questi si ribellino? Molte volte, sospetto. Gli elettori rifiutano di cacciare tutti i politici che non si oppongono ai salvataggi. Ma ad un certo punto, lo faranno.

Poi cosa accadrà ai PIIGS?

E’ chiaro quello che sta arrivando: un grande default. E’ chiaro a tutti tranne che ai Keynesiani. Credono che il debito del governo crescerà per sempre. Non ci sarà mai un default. Quello che i governi Latino Americani hanno fatto più e più volte per 180 anni non può accadere qui. Perché no? Semplicemente perché non può.

Questa è la religione del Keynesianismo: debito del governo per sempre, pagamenti dell’interesse alle grandi banche per sempre e salvataggi da parte di altri governi per sempre.

Questa insensatezza economica vende abbastanza bene nei circoli politici delle nazioni con un avanzo nella bilancia commerciale come la Germania, la Cina ed il Giappone. Perché? Perchè lo vogliono i settori delle esportazioni. Vogliono sussidi del governo. Ottengono questi sussidi direttamente o indirettamente. La via principale con cui li ottengono è quella di fare pressioni sui loro governi affinchè a loro volta essi facciano pressioni sulle banche centrali affinché inflazionino, usando il denaro creato per comprare IOU delle nazioni con una bilancia commerciale in negativo. Ciò fa calare il valore delle loro valute interne: più vendite agli stranieri. Abbassa anche i tassi d’interesse sul debito del governo di quelle nazioni con una bilancia commerciale in negativo, che è sempre accettabile dai politici di ogni dove.

Non può andare avanti. Quindi, si fermerà. Si fermerà solo quando i PIIGS andranno in default. Andranno in default.

Per scoprire cosa accadrà dopo il default, leggete questo. Vi spaventerà. Ha spaventato me. (Saltate pagina 2, che è fuori argomento.)

Non spaventa gli investitori tradizionali. Credono nelle assicurazioni da parte degli economisti Keynesiani per cui ciò può andare avanti indefinitamente ed in ogni caso deve andare avanti per il futuro immediato.

 

CONCLUSIONE

Potreste pensare che siete fuori dal mondo perché non vedete alcuna soluzione uscire da questi incontri ufficiali.

Avete perso i contatti…non con la realtà, ma con l’economia Keynesiana.

Avete perso i contatti con i politici che rassicurano incessantemente i loro ascoltatori che l’ultimo incontro ha fornito un modello per una soluzione a lungo termine per il problema dei PIIGS.

Avete perso i contatti con i gestori dei fondi che credono loro.

Questo è il prezzo dell’avere il senso della realtà.

 

Ripreso da Freedonia (johnnycloaca.blogspot.com) con traduzione a cura di Johnny Cloaca.