Una ipotesi sulla creazione di due diverse valute in Europa

Noi riteniamo il contrario, pero’ questo interessante articolo ripreso da Cadoinpiedi fornisce qualche ulteriore elemento di riflessione sulla situazione complessiva, che sicuramente e’ ancora fluida e aperta a molte soluzioni.

Si è arrivati a un punto di svolta, allo scontro in atto da tempo all’interno della Bce, ma soprattutto all’interno dell’establishment politico e finanziario tedesco tra la fazione che intende salvare a ogni costo l’Euro (e in questo modo cerca quindi di dare il massimo aiuto ai paesi in difficoltà, Grecia, Portogallo ma soprattutto l’Italia che è il paese ancora non in difficoltà come la Grecia, ma sicuramente in termini di peso percentuale è il paese più importante tra quelli in difficoltà in Europa) e chi invece ritiene che questo porterebbe in breve tempo un collasso della Banca Centrale Europea e in secondo luogo, ma questo è il punto più importante, ritiene che la Germania non debba farsi carico dei problemi degli altri paesi e che questi paesi se sono nelle condizioni in cui sono,è perché hanno adottato politiche sbagliate e devono cavarsela da soli.

Stark, membro del Comitato esecutivo della Banca Centrale Europea da tempo esprimeva una posizione rigorista a oltranza, riteneva che la Banca Centrale Europea non dovesse farsi carico dei problemi italiani, di fronte però a una posizione della maggioranza, del vertice della Banca Centrale Europea che invece intendeva proseguire in questo sostegno, ha deciso clamorosamente di dimettersi. Questo è stato letto da alcuni come una vittoria del fronte dei morbidi verso l’Italia. In realtà guardando un attimo più in là del proprio naso si capisce che una mossa di questo tipo mette innanzitutto Angela Merkel di fronte ancora di più alle sue responsabilità, in presenza di un elettorato tedesco che in base agli ultimi sondaggi per 3/4 ritiene che la Germania non si debba in alcun modo far carico dei problemi degli altri paesi mediterranei. La Merkel che fin qui si è barcamenata tentando di sostenere una posizione più morbida. Dopo queste dimissioni ci si può aspettare di tutto nei prossimi mesi.

Peraltro stiamo vedendo in questi momenti sui mercati che è bastato che ci fossero ulteriori perplessità sul piano di salvataggio della Grecia, sulla capacità della Grecia di far fronte agli impegni presi con l’Europa, per provocare in queste ore un crollo delle borse, un crollo ancora dei valori dei titoli di Stato italiani, con lo spread che è tornato a 400 punti.

E se l’Italia fallisce, che succede?

Il fallimento dell’Italia implicherebbe la fine dell’Euro, implicherebbe il crollo innanzitutto di molte banche, non solo in Italia, ma anche all’estero ed è per questo motivo che non ci può essere un fallimento dell’Italia. Ci può essere però in qualche modo una forma di default controllato, fallimento controllato, nel senso che si possono prendere delle misure per cui, per esempio, si può pensare che l’Italia potrebbe allungare la scadenza dei propri debiti in modo da far fronte al pagamento con più ordine e con più calma e soprattutto senza dover dichiarare bancarotta. Però queste sono tutte ipotesi estreme.

Ricordiamo che l’Italia è il terzo maggiore emettitore di titoli di Stato del mondo, i mercati finanziari internazionali sono letteralmente invasi da titoli di Stato italiani e quindi un eventuale fallimento dell’Italia avrebbe conseguenze catastrofiche sull’intera struttura dei mercati finanziari, quindi anche solo prima di pensare a un’ipotesi di questo tipo, si dovrebbero allestire delle reti di protezione e questo per salvare non tanto lo Stato italiano, quanto gli operatori, le grandi banche sui mercati finanziari.

Si parla di sdoppiamento dell’Euro. E’ possibile? E quali potrebbero essere le conseguenze?

Teoricamente è possibile, nella pratica vedo forti controindicazioni, non solo per l’Italia ma anche per esempio per i membri del cosiddetto Euro A che sarebbero poi la Germania, alcuni paesi nordici, l’Austria e magari anche la Francia.

Nel senso che l’Euro A avrebbe immediatamente una forte rivalutazione. Possiamo pensare che potrebbe andare a 0,50/0,60 sul dollaro, mentre adesso è a 1,30/1,40, però tutto questo porterebbe a una grossa difficoltà di esportazione per la Germania. La Germania ricordiamoci è una grande potenza commerciale e da un Euro così forte avrebbe sicuramente dei grossi svantaggi. Mentre dalla relativa debolezza dell’Euro rispetto a quello che era il marco, ha avuto sul fronte commerciale sicuramente dei vantaggi. D’altra parte sarebbe complicato per l’Italia, anzi sarebbe complicato gestire complessivamente questo Euro di fascia B, perché comunque avrebbe al suo interno paesi molto diversi e probabilmente avrebbe anche una valutazione sui mercati molto bassa e molto instabile, quindi non so veramente a chi potrebbe convenire.

E’ chiaro che le esportazioni dell’Italia per il semplice motivo che l’Euro B avrebbe una valutazione molto inferiore all’Euro attuale, potrebbero ripartire. Però è anche di difficile attuazione, non so se in una fase come questa di altissima turbolenza dei mercati si riuscirebbe a gestire una valutazione di questo tipo, su tutto però per quanto riguarda l’Italia è chiaro che senza una guida politica ferma, l’Italia non riesce a partecipare neanche all’Euro B, non riesce a gestire niente, soprattutto aumenta sempre di più la diffidenza dei partner europei nei confronti dei nostri paesi, quindi qua si pone soprattutto un problema di credibilità politica che non mi pare si stia risolvendo in questi giorni.

Ma non è stata una follia fare una moneta unica e poi lasciare le politiche economiche in mano ai vari paesi?

Sicuramente sì, il fatto di avere una moneta unica ma tante politiche economiche fiscali diverse, è sicuramente una debolezza per la costituzione dell’Euro, peraltro era stata segnalata da molti osservatori già quando l’Euro è stato fatto, purtroppo si pensava che in uno scenario di crescita economica, di liquidità abbondante, queste differenze potessero essere in qualche modo gestite e evitare tra di loro, purtroppo lo scenario si è evoluto in un modo ben diverso e quindi queste differenze non sono solo state in qualche modo appianate, ma si sono esasperate nel corso degli anni, adesso ci troviamo con una Banca Centrale Europea che non è in grado più di gestire le diverse situazioni economiche e fiscali dei vari paesi.

Il sogno dell’Euro non so se è finito, ma è diventato sicuramente un incubo, vedremo come finira’.

Ripreso da Cadoinpiedi.it